Ambientalisti e industriali chiedono una “rivoluzione energetica”
Presentato un documento congiunto di 16 associazioni che chiedono al governo politiche strutturali in favore delle fonti rinnovabili. A partire dalle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica
10 December, 2008
Una rivoluzione energetica nel nostro paese. É quello che chiedono 16 associazioni - provenienti sia dal mondo industriale che da quello ambientalista - che hanno pubblicato un documento congiunto sul tema delle rinnovabili. Il testo, che si intitola appunto “Una rivoluzione energetica anche in Italia” è stato presentato oggi a Roma ed è firmato da gruppi ambientalisti, come Wwf, Greenpeace, Legambiente, e da soggetti del mondo produttivo (Ises Italia, Anev, Assosolare, etc).
Un'alleanza inedita, per chiedere alla classe politica delle misure organiche e strutturali per incentivare le fonti energetiche rinnovabili. A partire dalla detrazione fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, che invece il governo sembra intenzionato a cancellare. Un dietrofront che non servirebbe a migliorare il bilancio dello stato, secondo Leonardo Berlen del Kyoto Club: «Secondo le nostre valutazioni, la differenza tra entrate evitate per le casse dello Stato e benefici economici derivanti da entrate Iva, aumento della tassazione per le aziende del settore, emersione del lavoro in nero e occupazione, rende il bilancio annuale delle misure di incentivazione quasi a costo zero per l’erario». Cancellare il sistema di detrazioni, inoltre, danneggerebbe le numerose piccole e medie imprese del settore, che invece potrebbero dare una spinta importante all'economia in questa fase di recessione (si pensi, a questo proposito, che in Germania il numero di occupati nel settore delle rinnovabili ha superato quelli del comparto automobilistico).
Ma il ripristino delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica non è l'unica richiesta avanzata dal cartello di associazioni. «Chiediamo - ha dichiarato Gianni Chianetta, presidente di Assosolare - obiettivi sulle rinnovabili chiari e ben definiti e politiche d'incentivazione certe e stabili, anche perché il solo comparto del fotovoltaico, secondo i dati dell'Unione Europea, nel 2030 darà lavoro a 3,7 milioni di persone nel mondo, rispetto alle 120mila attuali, di cui un migliaio in Italia». Un motivo in più per investire sull'efficienza e sulle energie rinnovabili. Secondo uno studio del Wwf, in particolare, a fronte di una spesa pari allo 0,1/0,4% del Prodotto interno lordo (Pil), l'applicazione del “pacchetto clima” (riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 ed aumento del peso delle rinnovabili fino al 20% del cocktail energetico del paese) consentirebbe un aumento dell'occupazione di circa lo 0,4%, il risparmio di oltre un miliardo di euro per mancate spese sanitarie e un risparmio di circa 12 miliardi di euro per mancata importazione di combustibili fossili. Oltre ad evitare all'Italia pesanti sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. «Secondo i nostri calcoli – ha precisato a questo proposito Giovanni Battista Zorzoli, vicepresidente di Ises Italia – la mancata applicazione del Protocollo costerà all'Italia, fino al 2012, almeno 10 miliardi di euro, a meno che non si cambi rotta». Ma va fatto presto e con decisione.