L'Italia quarta al mondo nel settore delle rinnovabili (prima del decreto Romani)
Nel 2010, il nostro Paese ha fatto segnare un vero e proprio boom delle fonti energetiche “pulite”, balzando al quarto posto della classifica mondiale. Lo rivela il dossier elaborato da Pew charitable trusts e Bloomberg New energy finance. Secondo il rapporto, l'Italia sarebbe vicina alla grid parity per quanto riguarda il fotovoltaico
30 March, 2011
La Cina consolida il suo primato nella corsa mondiale verso l'energia rinnovabile. Lo rivela il rapporto “Who’s winning the clean energy race?” (vedi allegato), redatto, in collaborazione con Bloomberg new energy finance, dall'organizzazione non governativa Pew charitable trusts con dati relativi all'anno 2010. Tra i Paesi del G20, il gigante asiatico mantiene la posizione di leader degli investimenti nel settore, davanti a Germania (che guadagna una posizione) e Stati Uniti. In generale, la ricerca indica una forte crescita globale di solare, eolico e altre fonti rinnovabili, con la sola eccezione della Gran Bretagna, precipitata dal terzo al tredicesimo posto dopo il cambio al governo e la conseguente rivoluzione nelle politiche energetiche. Per quanto riguarda gli investimenti privati, la crescita maggiore si è riscontrata in Messico e Argentina, dove si è verificato un vero e proprio boom con rispettivamente, il 568% e il 273% in più di fondi stanziati per l'energia pulita. Significativo anche il dato sull'India, che per la prima volta entra nella top ten, con 4 miliardi di dollari di investimenti, pari a un aumento percentuale del 25%.
Il rapporto rivela dunque come il settore dell'energia rinnovabile stia «emergendo come uno dei più dinamici e competitivi nel mondo, avendo registrato una crescita del 630 % in finanziamenti e investimenti a partire dal 2004», per dirla con le parole Phyllis Cuttino, direttore del Pew’s Clean energy program. Solo nel 2010, infatti, la crescita globale è stata del 30% rispetto al 2009, raggiungendo il livello record di 243 miliardi di dollari.
In questo contesto, non sfigura l'Italia (o, almeno, non sfigurava prima dei tagli agli incentivi imposti dal decreto Romani). Con 13,9 miliardi di dollari tra finanziamenti e investimenti, il nostro Paese è balzato dall'ottavo al quarto posto della classifica internazionale, raggiungendo, secondo il dossier, la prossimità alla grid parity per il solare, ovvero la parità dei prezzi tra fotovoltaico e fonti tradizionali. In Italia, inoltre, è stato registrato l'incremento maggiore dei progetti per l'energia solare su scala ridotta e in campo residenziale. Risultati che, soprattutto per quanto riguarda il fotovoltaico, nel 2011 potrebbero essere fortemente a rischio, visto il taglio degli incentivi introdotto dal decreto Romani, approvato lo scorso 3 marzo e pubblicato in Gazzetta ufficiale qualche giorno fa. Il provvedimento con i dettagli sulle nuove tariffe incentivanti per il fotovoltaico (che entreranno in vigore a giugno) è atteso per le prossime settimane, e gli operatori del settore sperano che il governo opti per un calo graduale dei sussidi e rinunci al proposito di stabilire dei tetti massimi annuali per le nuove installazioni.