Decreto rinnovabili, le proposte di Aper, Assoenergie future e Ises Italia
Le associazioni hanno inviato ai ministri Romani e Prestigiacomo una serie di proposte per migliorare il decreto sugli incentivi. Tra le richieste degli operatori, l'abolizione dei tetti massimi annuali e l'applicazione delle tariffe del terzo Conto energia per tutto il 2011
05 April, 2011
Le associazioni delle rinnovabili hanno inviato al ministro Romani la loro proposta di modifica al decreto che porta il suo nome e che con il taglio improvviso degli incentivi ha messo in ginocchio l'intero settore. Il documento che Aper, Assoenergie future e Ises Italia hanno spedito al responsabile del dicastero dello Sviluppo Economico e alla sua collega Stefania Prestigiacomo prevede comunque una riduzione delle tariffe incentivanti, ma garantisce, secondo le associazioni, la salvezza del comparto. La prima richiesta al governo riguarda la questione che forse sta più a cuore agli operatori delle rinnovabili: rinunciare all'introduzione di tetti annuali alla potenza installabile (e incentivabile). Per il resto, le associazioni chiedono di inserire dei correttivi che assicurino almeno il rientro degli investimenti già effettuati.
Prima di tutto, si raccomanda di garantire per tutto il 2011 l'applicazione delle tariffe del terzo Conto energia, che il decreto Romani vorrebbe invece mandare in pensione già a giugno. Per gli anni successivi, le associazioni chiedono di tagliare gradualmente gli incentivi, in maniera proporzionale alla nuova potenza installata. «Queste misure – commentano Aper, Assoenergie future e Ises Italia – garantiscono una ragionevole aspettativa di contenimento dell’onere per l’incentivazione in linea con le attese recentemente espresse, ma permettono di mantenere i meccanismi fondanti del sistema del Conto energia senza dover introdurre meccanismi di graduatorie e registri di difficile definizione, attuazione e verifica».
Le associazioni non si aspettano che il governo accolga tutte le loro richieste, ma sembrano disposte ad accontentarsi di un'apertura generale nei confronti delle istanze del mondo delle rinnovabili: «A prescindere dall’accettazione letterale di queste proposte, il nostro auspicio è che il governo sappia farsi carico delle domande e delle incertezze che tutto un settore produttivo gli sta esprimendo in questi giorni. In caso contrario, non solo il nostro paese rischierebbe di rimanere indietro in un ambito strategicamente necessario, ma le ricadute occupazionali potrebbero essere devastanti».