Rinnovabili: Wwf, “il ministro Prestigiacomo ha ragione”
Duro scontro tra il ministro Romani e la collega Prestigiacomo su un punto del decreto sugli incentivi per il fotovoltaico. L'associazione ambientalista dà ragione al ministro dell'Ambiente e accusa Romani di voler privilegiare i maxi- impianti appartenenti ai grandi gruppi industriali
02 May, 2011
«Sgradevole nei toni, improprio negli argomenti, è stato l’attacco del ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sulla procedura di erogazione degli incentivi agli operatori del settore fotovoltaico. Nel merito, il ministro Prestigiacomo ha ragione, mentre il ministro Romani dovrebbe rispondere come intenda sostenere in Italia la crescita delle energie rinnovabili, che si è sviluppata solo negli ultimi anni e che ha mostrato come anche nel nostro Paese si possono raggiungere risultati importanti con livelli occupazionali di prim’ordine, soprattutto nel campo del solare». Così il WWF commenta in una nota lo scontro tra il ministro Romani e il ministro Prestigiacomo sul sistema degli incentivi al fotovoltaico, riportato in un video esclusivo del quotidiano Repubblica.it.
L'associazione ambientalista sembra schierarsi dalla parte del ministro Prestigiacomo. «L’Italia ha potenzialità ben maggiori della Germania, dove l’intero comparto delle energie rinnovabili dà lavoro ad oltre 300mila persone. Nel nostro Paese invece i tentennamenti del Governo e il prospettato taglio degli incentivi mettono a rischio aziende ed occupazione per circa 120mila lavoratori – prosegue la nota del Wwf – In questo quadro, il ministro Prestigiacomo ha posto un problema di semplificazione burocratica: far partire gli incentivi nel momento in cui l’operatore autocertifica la fine dei lavori dell’impianto fotovoltaico, anche perché se tale operazione dovesse risultare falsa l’operatore è perseguibile per legge».
Il Wwf, dunque, critica la posizione del ministro Romani, che vorrebbe l’erogazione degli incentivi sulla base di una dichiarazione dell’Enel che attesti l’allaccio in rete dell’impianto realizzato. Secondo gli ambientalisti, questo approccio sarebbe problematico «sotto due profili: il primo relativo ai tempi, certamente allungati; il secondo relativo al tipo di impianti a cui gli incentivi dovrebbero essere garantiti poiché è evidente che verrebbero privilegiati quelli di carattere industriale legati ai grandi gruppi». Un controsenso, secondo il Wwf, perché «la ratio delle energie rinnovabili invece sta proprio nell’ampia diffusione dei piccoli e medi impianti che in parte siano idonei ad assorbire con l’autoproduzione consumi già esistenti. Appare quantomeno sospetto che si voglia mantenere in una posizione dominante il maggiore distributore energetico del nostro Paese: l’Enel».
L'appello che conclude il comunicato sa di avvertimento per Stefania Prestigiacomo. «Il Wwf non ha condiviso la posizione del ministro Prestigiacomo sul nucleare ma sulle energie rinnovabili ci auguriamo mantenga una posizione coerente con il ruolo di ministro dell’Ambiente e con la necessità di promuovere l’unica vera risposta al cambiamento climatico e alle esigenze di sicurezza energetica. Puntare sulle rinnovabili oggi è indispensabile per il futuro del Paese, vanno abbandonati i trucchi e i tecnicismi giuridici che vorrebbero semplicemente rimandare il ritorno al nucleare, preferendo così all’innovazione la riesumazione dell’archeologia energetica».