Quarto conto energia: via libera dall'Anci, ma restano alcune perplessità
In attesa della firma del decreto che riforma gli incentivi per il fotovoltaico, approfondiamo l'opinione degli enti locali con un'intervista a Flavio Morini, delegato all'ambiente dell'Anci. Anche se il governo ha mantenuto i meccanismi premiali per i piccoli Comuni e ha accettato diverse richieste dell'associazione , restano comunque alcuni nodi da sciogliere
03 May, 2011
Mentre le Regioni hanno bocciato lo schema di decreto elaborato dai ministri Romani e Prestigiacomo, l'Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) ha dato l'ok al provvedimento, superando le riserve iniziali. A rassicurare l'associazione è stata prima di tutto la decisione del governo di mantenere, anche nel Quarto conto energia, i meccanismi premiali per i piccoli Comuni che decidono di investire nel fotovoltaico. Lo schema di decreto elaborato dei tecnici dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo, infatti, prevede che la tariffa incentivante sia incrementata del 5% per i piccoli impianti realizzati da Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. Un fatto molto importante per l'Anci, che però mantiene alcuni dubbi sul provvedimento.
Eco dalle Città ne ha parlato con Flavio Morini, delegato politico all'ambiente dell'associazione.
L'Associazione dei Comuni aveva inizialmente manifestato dei dubbi sullo schema di Quarto conto energia elaborato del governo, ma poi ha espresso "parere favorevole". Come mai?
Nella Conferenza unificata della scorsa settimana, il governo ha accolto, almeno formalmente, alcune delle richieste di modifica avanzate da Anci. Naturalmente, si tratta per il momento di “promesse verbali”, dato che il decreto non è ancora stato firmato, per cui le valutazioni finali potranno essere fatte solo quando sarà noto il testo definitivo. In ogni caso, il nostro delegato all'Energia (Filippo Bernocchi, assessore del Comune di Prato ndr) ha ritenuto opportuno dare il via libera al provvedimento.
Quali sono gli emendamenti che sono stati accettati?
Intanto, è stata concessa una proroga delle tariffe del precedente Conto energia, anche se solo fino alla fine di agosto, e poi è stato accettato, tranne che per gli impianti a terra, l'innalzamento al 1 megawatt della soglia di potenza che contraddistingue i grandi impianti da quelli di piccola taglia. Inoltre, è stata accolta la proposta di inserire nel decreto un bonus per le bonifiche da amianto che sia indipendente dall'andamento delle tariffe incentivanti.
Dunque, per i Comuni il decreto va bene così...
In realtà, restano ancora diverse criticità, dal momento che alcune richieste dell'Anci sono rimaste comunque inascoltate, a cominciare dalla durata della proroga del Terzo conto energia. Noi avevamo raccomandato di estenderla fino a dicembre, mentre il governo si è spinto solo fino ad agosto, un periodo che non è sufficiente a garantire una programmazione adeguata per far fronte ai tagli futuri. Anche per quanto riguarda gli impianti a terra, avremmo preferito che la soglia per considerarli “di taglia grande” fosse innalzata a 1 megawatt come per quelli sugli edifici, ma è rimasta ferma a 200 kilowatt. Questo aspetto, in particolare, può penalizzare i Comuni, soprattutto quelli di grandi dimensioni.
In che senso?
Molti Comuni hanno avviato la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici a terra attraverso il sistema del project financing. Il taglio degli incentivi, che colpirà in misura maggiore proprio gli impianti di grande taglia, avrà delle ripercussioni sulle aziende coinvolte nei progetti, e quindi anche sulle pubbliche amministrazioni interessate.
A differenza dell'Anci, le Regioni hanno bocciato il decreto. Come spiega questa diversità di atteggiamento?
In realtà, le perplessità dei governatori sono sostanzialmente le stesse di quelle espresse dall'associazione dei Comuni. Evidentemente, le Regioni hanno deciso di mantenere una linea più dura, atteggiamento che tra l'altro personalmente trovo anche condivisibile, mentre l'Anci si è in qualche modo accontentata delle concessioni del governo.