Firmato il decreto sul fotovoltaico, dopo il via libera del Cdm. Il testo e i commenti
Il governo ha approvato la nuova bozza di Quarto conto energia messa a punto dai ministri Romani e Prestigiacomo. Confermate le anticipazioni dei giorni scorsi: nessuna proroga per i mesi estivi, registro del Gse per i grandi impianti e scaglioni semestrali per le tariffe fino a tutto il 2012. Il testo, tutti i commenti e la rassegna stampa
05 May, 2011
Il Quarto conto energia che riforma gli incentivi per l'energia fotovoltaica, dopo aver ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri, è stato firmato da Romani e Prestigiacomo. Il passaggio in Cdm, in realtà, non era obbligatorio, ma è stato previsto dopo le tensioni tra i due ministri interessati.
Il compromesso sui tempi
Incomprensioni che erano state superate negli ultimi giorni, consentendo finalmente di mandare avanti l'iter di approvazione del provvedimento. La questione che aveva diviso i ministri riguardava l'avvio dell'erogazione delle tariffe, che secondo quanto stabilito avrà inizio dal momento in cui i nuovi impianti saranno allacciati alla rete elettrica, come volevano i tecnici dello Sviluppo Economico, e continuerà per 20 anni. In caso di ritardi superiori a due mesi dalla fine dei lavori nella connessione da parte della società distributrice (era questa la preoccupazione della Prestigiacomo, ndr), sarà corrisposto un indennizzo ai titolari degli impianti, che dovrebbe essere a carico della stessa società energetica. Entusiasta, in ogni caso, il ministro dell'Ambiente, secondo il quale il decreto è «un provvedimento che rafforza il settore, dandogli grande prospettiva».
Cosa cambia
Per quanto riguarda nel dettaglio il testo del provvedimento, confermate in sostanza le novità contenute nell'ultima bozza. Sparita, innanzitutto, l'annunciata proroga del regime del Terzo conto energia fino al 31 agosto 2011. Il nuovo decreto entrerà dunque in vigore il prossimo 1 giugno. Il costo totale degli incentivi al fotovoltaico previsto per il periodo 2013-2016 è di 1,36 miliardi, per un obiettivo di potenza di circa 12mila megawatt (superiore, dunque, agli 8mila proposti all'inizio, ma nettamente più basso rispetto ai 23mila di cui si era parlato in un secondo momento). Confermato l'innalzamento della soglia dimensionale per i piccoli impianti da 200 kilowatt a 1 megawatt (ma per quelli a terra rimane lo “scalino” a 200 kilowatt), che consente ai piccoli produttori di energia di beneficiare di sussidi maggiori rispetto agli impianti di grande taglia.
Le nuove tariffe
Per quanto riguarda le tariffe, il decreto prevede una fase di transizione, compresa tra giugno 2011 e dicembre 2012, in cui gli incentivi caleranno con "scatti" progressivi. Per i piccoli impianti, ad esempio, le tariffe passeranno da 0,0387 euro/kWh di giugno a 0,0298 euro/kWh di dicembre 2011. Per i grandi impianti, invece, nel periodo transitorio sono previsti, oltre al decalage graduale, anche dei tetti di spesa semestrali. Le grandi installazioni dovranno infatti essere annotate nell'apposito registro gestito dal Gestore dei servizi energetici, che sarà collegato a una serie di "cap" semestrali. Nel momento in cui sarà raggiunto il primo scaglione, gli impianti successivi, a prescindere dalla data di allacciamento, passeranno alla seconda fascia di incentivazione, ottenendo sussidi inferiori. Un discorso che non vale per i piccoli impianti, per i quali, fino a dicembre 2012, non sono previsti tetti complessivi di spesa (ma solo il decalage temporale delle tariffe).
Il modello tedesco e i premi
A partire dal 2013 e fino al 2016 (anno in cui si prevede il raggiungimento della grid parity), invece, viene introdotto il modello tedesco, con un sistema di regolazione automatica del livello degli incentivi in proporzione alla potenza totale installata. Nel primo semestre 2013, in particolare, il costo complessivo degli incentivi sarà pari a circa 240 milioni di euro, per arrivare, nel secondo semestre 2016, a soli 86 milioni, con un calo progressivo delle tariffe che va dal 9 al 30%. Il Quarto conto energia, inoltre, contiene una serie di meccanismi premiali: il bonus di 0,05 euro/kWh per chi rimuove l’amianto e installa moduli fotovoltaici; un premio del 10% sulla tariffa incentivante per chi installa pannelli fotovoltaici italiani o europei; mantenimento del premio del 5% sulla tariffa anche per i piccoli Comuni che installano moduli fotovoltaici sugli edifici pubblici. Un bonus, infine, è previsto per chi, oltre a installare pannelli solari, realizza interventi di coibentazione per aumentare l'efficienza energetica dell'edificio.
Le critiche
La notizia dell'accordo sul decreto ha suscitato reazioni immediate, per lo più negative, da parte delle associazioni di settore. Ha le idee chiare Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, che a margine della manifestazione SolarExpo ha definito il provvedimento «anche peggiore rispetto al testo precedente», denunciando «un taglio sostanziale del tetto di spesa sia per il 2011 che per il 2012». Gli fa eco il Wwf, che ha invitato a evitare toni trionfalistici, criticando il governo per aver posto «un tetto allo sviluppo delle rinnovabili in Italia senza costruire invece un percorso di agganciamento degli incentivi ai costi reali, nel quadro di una strategia energetica nazionale che pure il ministro Romani dice di voler completare prima dell'estate». Critici anche i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, per i quali «gli effetti rimangono sostanzialmente retroattivi e nella fase transitoria da qui al 2013 il brusco decalage delle tariffe previsto richiederà agli operatori del settore uno sforzo molto pesante per evitare il rallentamento delle installazioni e il conseguente effetto nefasto sull' occupazione». Durissimo anche Roberto Luongo, presidente di Aper: «Da sempre siamo stati d’accordo all'applicazione del modello tedesco, ma continuiamo a non essere d’accordo sul metodo seguito, che non ha rispettato né i diritti acquisiti con il Terzo conto energia, né i principi costituzionali ed europei di legittimo affidamento causando una forte turbativa del mercato. Non mi stupirei se l'atteggiamento del Governo venisse sanzionato, anzi mi aspetto che ci siano operatori che facciano causa all'esecutivo per i danni subiti». Non le manda a dire neanche Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace: «È stato introdotto l'ennesimo bizantinismo legislativo da parte del governo - dice - per rendere la vita difficile agli operatori delle rinnovabili. Alle mille pastoie burocratiche giá previste se ne aggiunge un'altra, per rendere ancora piú incerto lo scenario in cui si fa impresa. E se non bastasse ciò, i signori del Governo hanno anche pensato di ridurre gli incentivi, per il periodo primo giugno 2011- secondo semestre 2012, da 820 a 580 milioni di euro, contraendo anche la potenza installabile da 3.100 a 2.690 MWp. L'ennesima prova, qualora ve ne fosse stato bisogno, che questo governo rema contro l'economia e lo sviluppo sostenibile del Paese, in aperto contrasto con l'indirizzo di tutti gli altri stati europei». Più cauto il giudizio di Legambiente, che per bocca del suo responsabile Energia, Edoardo Zanchini, ha espresso una moderata soddisfazione per la fine del periodo di incertezza normativa, pur sottolineando che il Quarto conto energia «creerà ancora problemi alle imprese».
La contesa con le rinnovabili termiche
Negativo, ma per ragioni opposte, come già accaduto altre volte in tutta questa vicenda, il parere di un segmento di Confindustria, Anima (Federazione delle associazioni nazionali dell'industria meccanica varia ed affine), che giudica il decreto troppo generoso. «Il sistema di incentivazione sulle rinnovabili elettriche – commenta il presidente Sandro Bonomi - grava sulle tasche degli italiani e pregiudica lo sviluppo delle tecnologie italiane per l'efficienza energetica e le rinnovabili termiche». Bonomi chiede al governo che venga istituito uno strumento di incentivazione stabile per lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili termiche e per l’efficienza energetica in Italia. «Se proprio bisognava chiedere ai cittadini un contributo - continua Bonomi - sono certo che chiunque avrebbe preferito destinarlo alla creazione di posti di lavoro in Italia finanziando l’industria delle rinnovabili termiche, in cui siamo tra i leader nel mondo». Bonomi sottolinea infine che «in Francia e in Germania il livello degli incentivi per il fotovoltaico è notevolmente più basso, un settore considerato non strategico per la filiera industriale del Paese».
Confindustria favorevole
Addirittura entusiasta, invece, Valerio Natalizia, presidente di Anie/Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane di Confindustria): «Finalmente è stato firmato il decreto che permette all’intero comparto di ripartire e pianificare i prossimi 5 anni di attività». Natalizia si definisce «orgoglioso» per aver contribuito in maniera sostanziale alla stesura del testo definitivo, cosa che in realtà ha suscitato nelle scorse settimane parecchi malumori tra le altre associazioni di settore, non troppo favorevoli al "feeling" particolare emerso tra il gruppo di Confindustria e il governo. Anche Paolo Rocco Viscontini, presidente di Enerpoint, tra le prime cinque aziende italiane del settore fotovoltaico, esprime di fatto un giudizio favorevole: «Dopo mesi di disinformazione e incertezza dobbiamo far sapere agli italiani che il Conto energia è tornato, lo scenario normativo è finalmente chiaro e gli incentivi sono equi e consentiranno sin da subito di far ripartire il settore fotovoltaico». Soddisfatto, infine, anche il presidente del comitato Ifi (Imprese fotovoltaiche italiane), Filippo Levati: «Il governo ha compiuto un passo decisamente importante, è stato riconosciuto come priorità per il sistema paese il ri-orientamento del sistema degli incentivi al fotovoltaico in una logica di investimento di medio lungo periodo».
I ricorsi
Intanto, 150 aziende hanno affidato all'associazione Sos rinnovabili il compito di avviare un ricorso dinanzi alla Corte di giustizia Ue contro il decreto Romani e contro il Quarto conto energia appena approvato. Una seconda azione legale, annuncia l’associazione, «sarà invece avviata nei confronti del Tar, e non è improbabile che si finisca davanti alla Corte costituzionale: perché il provvedimento danneggia le aziende che, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti». Anche un gruppo di operatori esteri del fotovoltaico ha comunicato alle commissioni parlamentari Industria, Ambiente e Attività produttive di aver «chiesto allo Stato italiano il risarcimento dei danni subiti per un valore stimato di 500 milioni di euro come solo danno emergente, senza contare il lucro cessante». Secondo le aziende straniere (Aes Solar Energy BV, Akuo Energy Sas, Fotowatio Renewable Ventures, Martifer Solar S.A., Siliken S.A. Solarig N-Gage S.A. e Wurth Solar GmbH & co. KG), il decreto appena firmato «rappresenta la conferma di come il quadro normativo sia drasticamente cambiato e si riveli del tutto penalizzate per chi, facendo affidamento sul Terzo Conto Energia, ha intrapreso investimenti da realizzarsi entro il 2011 e il primo trimestre del 2012 sostenendo costi per oltre 500 milioni di euro».
La replica di Romani
Il ministro Romani, dal canto suo, difende il decreto che porta la sua firma, definendolo un «importante provvedimento che consente finalmente di dare stabilità e prospettive di lungo periodo al mercato fino al raggiungimento della competitività tecnologica». Secondo il ministro, il Quarto conto energia rappresenta «una riforma strutturale per le imprese e i cittadini, raggiunta dopo una complessa e laboriosa concertazione». Romani ha assicurato, inoltre, che «le energie rinnovabili avranno, assieme all'efficienza energetica e alle reti intelligenti, un ruolo fondamentale nella nuova strategia energetica nazionale» che il governo intende varare a breve. Ora il testo, firmato dai due ministri, attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Rassegna stampa sul Quarto conto energia
Il comunicato stampa di Assosolare
Il comunicato stampa del Wwf
Il comunicato stampa di Legambiente
Il comunicato stampa delle aziende straniere
Il comunicato stampa di Gifi/Anie
Il comunicato stampa di Anima
Il comunicato stampa del comitato Ifi