Il ristorante "sfuso"
Oh! mioBio, il ristorante vegetariano adotta l'acqua del rubinetto. Zero rifiuti e massima comodità: si allarga il numero dei locali pubblici che aderiscono alla campagna di sensibilizzazione T.V.B. Ti voglio bere per valorizzare l'acqua della rete e promuovere il risparmio idrico
17 December, 2008
Zero rifiuti, massima comodità e una missione: valorizzare l’acqua del rubinetto, buona da bere, per noi e per il Pianeta. Si allarga il numero dei locali pubblici che aderiscono alla campagna di sensibilizzazione T.V.B. Ti voglio bere del Centro Studi Ambientali, che promuove il risparmio idrico e la valorizzazione dell'acqua della rete (www.tvb-tivogliobere.it). Tra tofu, seitan e biscotti di kamut, anche il ristorante-gastronomia vegetariano e biologico Oh! mioBio ha deciso di puntare sull’acqua sfusa. E presto nuove strutture lo seguiranno.
Acqua della rete, servita naturale o gasata, refrigerata o a temperatura ambiente, trattata da un sistema che ne migliora, esclusivamente, le caratteristiche organolettiche (DM 443/90). Affinché T.V.B. Ti voglio bere da dichiarazione di affetto si trasformi in pratica quotidiana diffusa, anche al ristorante. È questa la piccola rivoluzione blu che il Centro Studi Ambientali di Torino ha ideato quattro anni fa per le scuole superiori e che da qualche mese sta contagiando anche strutture pubbliche, locali e strutture turistico-ricettive piemontesi.
Oh! mioBio è il primo ristorante a Torino ad aver aderito alla campagna, usufruendo anche grazie dei servizi offerti da RisparmiAmbiente. Il perché della scelta lo spiegano i tre titolari, Roberta Rollero, Massimo Demarie e Sylvia Oberto: “A casa non beviamo mai acqua in bottiglia, per cui ci sembrava incongruente servirla nel nostro locale – dice Rollero -. Ma abbiamo scelto di aderire a T.V.B. anche per altri motivi: innanzitutto non volevamo più produrre rifiuti in plastica e, servendo solo acqua sfusa, abbiamo anche risolto da un punto di vista pratico il fastidio di dover comperare le bottiglie e di dover fare la raccolta differenziata. Inoltre, più in generale, consideriamo l’acqua del rubinetto viva e non morta come quella che sta chiusa nelle bottiglie. Senza contare che da un punto di vista etico il fatto che l’acqua sia diventata appannaggio delle multinazionali mal si sposa con i nostri ideali”. “Sì, perché noi pensiamo che l’acqua sia un bene comune, che non può essere sequestrato e mercificato da nessuno”, aggiunge Sylvia Oberto.
E i vostri clienti come stanno reagendo all’iniziativa? “Sono persone sensibili a queste tematiche, per cui stanno rispondendo con molto interesse e soddisfazione – continua Massimo Demarie -. Alcuni poi ci chiedono di poter portare via le tovagliette americane T.V.B., su cui ci sono informazioni comparate tra l’acqua della rete e le acque imbottigliate. E noi gliele diamo, per soddisfare anche un po’ la sete di sapere…”