Rifiuti, la ricetta di Alemanno: meno Cerroni e più Ama
Presentato in Campidoglio il nuovo piano industriale dell’azienda municipalizzata. Gli obiettivi principali: “de-privatizzare” la gestione del ciclo dei rifiuti e portare la raccolta differenziata al 30% (invece del 50% previsto dal piano regionale)
17 December, 2008
Basta con lo strapotere dei privati nel ciclo di gestione dei rifiuti nella capitale. È questo l’obiettivo principale del nuovo piano industriale dell’Ama, presentato oggi in Campidoglio alla presenza del sindaco Alemanno e dei nuovi vertici della municipalizzata (il presidente Marco Daniele Clarke e l’amministratore delegato Franco Panzironi). La novità principale introdotta dal piano è infatti la maggiore centralità dell’Ama nel ciclo dei rifiuti, che adesso la vede coinvolta, in sostanza, solo nella prima fase (svuotamento dei cassonetti e pulizia delle strade). «Insieme all’Asia di Napoli – ha dichiarato Panzironi durante la conferenza stampa – l’Ama è tra le aziende del settore meno redditizie, perché non gestisce gli impianti di smaltimento». La municipalizzata, infatti, spende ogni anno 110 milioni di euro per far smaltire dai privati (in primis dal consorzio Co.La.Ri. di Manlio Cerroni, che possiede e gestisce la discarica di Malagrotta) i rifiuti che raccoglie (tra l'altro, l´agenzia Dire fa sapere che Cerroni avrebbe appena inviato una lettera all´Ama e al Comune chiedendo 135 milioni di euro di credito pregresso per l´utilizzo della discarica). «La chiusure del ciclo – ha ribadito il sindaco Gianni Alemanno – è un aspetto molto importante, perché ora manca all’Ama la fase più remunerativa del processo». Questa “de-privatizzazione” del ciclo dei rifiuti prevede prima di tutto la realizzazione di una discarica di proprietà dell’Ama, che dovrebbe consentire di affrontare la fase di transizione verso tassi di riciclo maggiore e permettere, soprattutto, la chiusura del sito di Malagrotta, rinviata da ormai quattro anni. Inoltre, il piano prevede l’acquisizione, da parte della municipalizzata, degli impianti di trattamento di cdr (combustibile da rifiuto) di Albano e Colleferro e, ha aggiunto Alemanno, «di un ulteriore termovalorizzatore di proprietà pubblica, a meno che la Regione non riesca a convincerci che non è necessario».
Più potere al Comune, dunque. Ma il nuovo piano industriale dell’Ama punta anche all’incremento della raccolta differenziata, ora ferma al 19%. L’obiettivo è di raggiungere quota 30% entro il 2013. Un risultato più ragionevole, secondo i vertici dell’azienda, di quello più ambizioso (il 50% entro il 2011) previsto dall’ultimo piano regionale rifiuti varato da Marrazzo. Proprio questo ridimensionamento ha già scatenato accese polemiche: «Vale la pena di mostrare maggiore coraggio perché riteniamo si possa fare di più del 30% in 5 anni, posto che la soglia minima di legge è il 35% e il piano rifiuti prevede il 50%», hanno dichiarato i parlamentari romani del Pdl Fabio Rampelli e Marco Marsilio. Anche Legambiente Lazio chiede «più determinazione». Durissimo, su questo tema, il presidente della Regione Piero Marrazzo: «Dire che Roma raggiungerà il 30% nel 2013 pone la capitale non soltanto fuori dalla programmazione regionale, ma la mette in condizione di violare quanto stabilito dalle leggi dello Stato e dalle normative della Comunità europea».
Incurante delle polemiche, l’assessore capitolino all’Ambiente, Fabio De Lillo, ha spiegato che «saranno tre gli strumenti attuati dal Comune per incrementare la differenziata: incentiveremo l’uso dei cassonetti di prossimità (le campane colorate per la raccolta differenziata, ndr), porteremo da sei a 40 il numero delle isole ecologiche stabili ed estenderemo il porta a porta». Nel corso del 2009, il servizio sarà allargato ad altri dieci quartieri di Roma, per un totale di circa 80mila abitanti. Si partirà il 19 gennaio con i 40mila residenti di Trastevere, Villaggio Olimpico e Torrino Sud. In quest’ultimo distretto, in particolare, sarà sperimentata per la prima volta anche la raccolta degli olii vegetali esausti, attraverso flaconi familiari e bidoncini condominiali da 120 litri. «La scelta di puntare sul porta a porta – ha aggiunto Alemanno – ha una grande valenza ambientale, oltre che economica. Faremo in modo che entro due anni termini finalmente il conferimento in discarica, che per Roma è una vergogna di portata europea». E che la capitale non dipenda più da Malagrotta, «senza la quale, Roma starebbe come Napoli». E affinché i materiali separati e raccolti trovino un impiego nelle aziende del settore, il sindaco chiederà «una verifica forte all’Anci per fare in modo che i consorzi di riciclaggio realizzano nella zona di Roma impianti di questo tipo».
Chiusura del ciclo e aumento della raccolta differenziata sono dunque i cardini della “nuova” Ama (che Alemanno spera di «vedere quotata in borsa entro pochi anni»), ma la municipalizzata punta anche a migliorare il livello di pulizia della città. «Al momento – ha spiegato l’ad Panzironi – l’80% delle strade di Roma viene pulito appena una volta al mese, mentre dal prossimo anno garantiremo una pulizia quotidiana della maggior parte delle strade». L’Ama si avvarrà di 720 nuovi veicoli acquistati dal Comune, che andranno a sostituire quelli obsoleti o non funzionanti (il 60% del parco mezzi della municipalizzata è al momento inutilizzabile). «Abbiamo già investito 30 milioni di euro per rilanciare l’Ama – ha concluso Alemanno – Questa è una sfida che non possiamo perdere». Ai posteri…