Approvato alla Camera il Decreto Rifiuti
Carcere per gli inquinatori; scioglimento degli enti locali inadempienti e incentivi per i cittadini che consegnano materiali da riciclare. Resta ancora aperta la questione del quinto inceneritore
17 December, 2008
Passa alla Camera il decreto rifiuti numero 172 e viene così confermato, in attesa di una risposta definitiva da parte del senato, il carcere, da tre a sei mesi, per chi scarica rifiuti pericolosi o ingombranti al di fuori delle apposite strutture. D’ora in poi, inoltre, sarà reato, e non solo oggetto di contravvenzione, realizzare o gestire una discarica abusiva. Gli enti locali dovranno, per questo, fare la loro parte ed individuare sul proprio territorio dei siti di stoccaggio provvisorio, mentre il Ministero dell’ambiente dovrà impegnarsi a promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione sulla raccolta differenziata.
C’è poi la questione del quinto inceneritore campano, di cui per la prima volta aveva parlato il Premier Silvio Berlusconi, durante la sua visita a Napoli il primo ottobre. Tale impianto, che andrebbe ad aggiungersi a quelli di Napoli, Acerra, Salerno e Santa Maria La Fossa, dovrebbe servire a bruciare le eco balle accumulate negli ultimi anni. La realizzazione del quinto termovalorizzatore, però, secondo quanto emerso da una nota del coordinatore regionale del Pd, Tino Iannuzzi, è stato oggetto di emendamento e come specificato nella nota stessa: il quinto inceneritore in Campania sarà costruito solo se una verifica dimostrerà che gli altri quattro impianti sono insufficienti al fabbisogno regionale.
La Camera ha accolto altri due emendamenti del Pd: il primo riguarda il sequestro preventivo e la confisca obbligatoria del veicolo adoperato per il trasporto dei rifiuti ingombranti scaricati abusivamente. Un secondo emendamento riguarda, invece, la norma che prevede il commissariamento dei Comuni e delle Province inadempienti. Tale provvedimento – spiega ancora Iannuzzi nella nota- scatterà in presenza di gravi e reiterate violazioni di legge e previa diffida motivata del sottosegretario. Si elimina così il pericolo di applicazioni arbitrarie, strumentali o addirittura faziose di questa norma.