Raccolta alluminio, CiAl: "Risultati record e qualità in crescita: vicini all'obiettivo impurità 4%"
Terza tappa del viaggio nella raccolta differenziata di qualità. CiAl, il Consorzio per la raccolta degli imballaggi in alluminio, risponde alle domande di Eco dalle Città. Intervista a Stefano Stellini, Responsabile Relazioni Territoriali CiAl
18 May, 2011
Dott. Stellini, attualmente qual è il livello di impurità che CiAl registra mediamente in una tonnellata di materiale raccolto? Ci sono differenze da una regione all’altra?
A consuntivo nel 2010 abbiamo riscontrato una media di impurita' pari al 4,7% sulle quantita' complessivamente conferite, registrando un miglioramento significativo rispetto all'anno precedente quando la presenza di frazioni estranee era pari al 5,5%. La crescita qualitativa riguarda mediamente tutto il territorio nazionale senza particolari distinzioni di carattere regionale o di modalità di raccolta. A parte alcune aree e città, come ad esempio Milano, che presentano già in ingresso presso gli impianti di trattamento e selezione livelli qualitativi apprezzabili, nella maggior parte dei casi crediamo che un contributo importante in questo senso sia dovuto alla migliore e avanzata dotazione tecnologica che oggi caratterizza le piattaforme e gli impianti in quasi tutti i bacini territoriali.
CiAl, in particolare in questi ultimi anni, ha promosso e proposto in modo diffuso l’adozione di sistemi a correnti indotte per una selezione automatica del materiale sulle linee di separazione.
L’incremento qualitativo dimostra, inoltre, la validità del sistema premiante previsto dall’accordo quadro Anci-Conai e la maturità da parte dei convenzionati rispetto alla raccolta differenziata dell’alluminio e alle opportunità anche economiche che questa offre. Ricordiamo infatti che la prima fascia qualitativa, cui è associato il corrispettivo più elevato, pari a 426,79 euro/ton, prevede la presenza di frazioni estranee entro un valore massimo del 4%, obiettivo verso il quale, evidentemente, tende l’intero sistema.
Come giornalisti ambientali ci ritroviamo spesso fra le mani diversi pareri e valutazioni sull’effettiva entità dei danni causati dagli errori di conferimento nella raccolta differenziata. Per esempio, dal vostro punto di vista è peggio ritrovarsi nella raccolta differenziata un carico di lattine ancora piene o perdere completamente il carico?
Considerate le caratteristiche del materiale - che nel tempo e in qualsiasi condizione non subisce deterioramenti significativi - e il conseguente approccio da parte del Consorzio, finalizzato alla massimizzazione della raccolta e del recupero, riusciamo a valorizzare l’alluminio sempre e comunque.
In questo senso, infatti, per andare incontro ad esigenze e situazioni particolarmente variegate su tutto il territorio nazionale, nonché per proporre modalità e soluzioni innovative anche, ma non solo, nelle cosiddette aree in ritardo, abbiamo da tempo proposto e formalizzato - anche nell’accordo quadro - forme di captazione complementari ma non sostitutive della raccolta differenziata attraverso le quali riusciamo a valorizzare quantità crescenti di materiale.
Più precisamente, e in linea con la nostra mission “Zero discarica, 100% recupero”, favoriamo il recupero dei tappi in alluminio da impianti di trattamento del vetro, degli imballaggi da impianti di selezione secco-umido e, addirittura, a valle del processo di termovalorizzazione , dove attraverso il trattamento delle scorie post-combustione, già oggi, centinaia di tonnellate di alluminio vengono avviate a riciclo al termine del processo di separazione delle frazioni presenti. Si tratta in questo caso di una tecnologia particolarmente interessante e che in prospettiva rappresenta una magnifica opportunità per l’intero sistema di gestione dei rifiuti nel nostro Paese, in grado di ridurre se non eliminare completamente lo smaltimento in discarica.
Quali sono gli errori di conferimento che creano più danni e quali quelli che riscontrate con maggior frequenza?
Nelle raccolte multimateriale, pesante o leggera che siano, per definizione ci vanno a finire molteplici tipologie di imballaggi e di altri rifiuti. In questa fase, anche per quanto ricordato prima rispetto alle caratteristiche del materiale, l’alluminio non subisce particolari minacce e, attraverso una selezione accurata, è possibile, come già indicato, ottenere qualità adeguate a garantire un buon riciclo in fonderia. In ogni caso, sia in funzione della qualità che della quantità di frazioni estranee riscontrate, il nostro materiale puo’ subire ulteriori processi di trattamento e preparazione al riciclo in linea con gli standard previsti dalla rete delle fonderie di secondario presenti su tutto il territorio nazionale.
Eco dalle Città recentemente ha eseguito un piccolo test sulla raccolta a Torino, portando in giro una cesta di oggetti e chiedendo a passanti di diversa età ed estrazione sociale dove li avrebbero buttati. Da quanto abbiamo avuto modo di vedere praticamente nessuno degli intervistati aveva chiaro il concetto di imballaggio, e nel contenitore Vetro e Alluminio sarebbe finita tranquillamente anche una Moka… Cosa succede a questi oggetti, che sono sì di alluminio, ma non imballaggi, una volta inseriti nei “vostri” bidoni?
Il concetto di imballaggio, nel senso in cui lo intediamo noi, non appartiene certamente al vissuto delle persone comuni che, eventualmente, lo associano alla scatola di cartone o alla carta da imballo. Hanno ben presenti, però, le diverse tipologie di packaging, anche solo perché quotidianamente vi entrano in contatto. Nel nostro caso, bombolette spray, scatolette, vaschette e foglio come quello dei rotoli da cucina, stanno crescendo progressivamente come presenza nella raccolta differenziata, una volta dedicata alle sole lattine per bevande. Oggi, anche sulla base di attente analisi merceologiche che periodicamente effettuiamo sul materiale conferito, possiamo affermare che i cittadini dimostrano maggiore maturità e attenzione nella gestione domestica dei rifiuti, separando e conferendo correttamente gli imballaggi in alluminio. Per quanto riguarda la presenza di oggetti di uso domestico e prodotti di piccole dimensioni in alluminio, ricordiamo che la loro presenza nella raccolta differenziata non solo è tollerata ma anche incentivata attraverso la formalizzazione nell’accordo quadro Anci Conai della disponibilità da parte del consorzio di ritirare frazioni merceologiche similari, come appunto la moka.
Ritenete che l’impegno nella corretta differenziazione dei rifiuti sia presente in modo omogeneo fra cittadini di età diverse o c’è una fetta di questi che andrebbe raggiunta da campagne di comunicazione più mirate?
Riteniamo che oggi l’utente dei servizi di raccolta differenziata sia sufficientemente maturo e in grado di offrire il proprio contributo, determinante, alla crescita del sistema di gestione per il riciclo e il recupero degli imballaggi. Riteniamo inoltre fondamentale la comunicazione a tutti i livelli e a tutti i target della popolazione, per una più ampia diffusione della cultura ambientale, ma siamo altrettanto convinti che il primo e imprescindibile strumento di comunicazione sia il servizio di raccolta offerto dai comuni e dagli operatori. Sistemi e modelli di raccolta efficienti ed efficaci, comunque idonei per garantire la partecipazione di tutti al raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi sono la strada da seguire. In quest’ottica siamo favorevoli e promuoviamo una standardizzazione delle forme di raccolta e del codice colore utilizzato per distinguere i contenitori.
Nel comunicato che avete diffuso si legge che c’è stata una crescita del 43% rispetto al 2009 in termini di quantità. Le chiederei a cosa si deve principalmente il risultato e se è possibile tracciare anche la crescita (se c’è stata) del livello qualitativo.
I risultati di riciclo conseguiti nel 2010 li abbiamo definiti da record e, in effetti, le quantità e anche le qualità dei materiali conferiti hanno raggiunto i migliori livelli dalla nascita del sistema Conai. I motivi di questa incredibile performance sono riconducibili a due fattori principali: uno di carattere industriale legato alla ripresa dei mercati e della domanda di rottame nei diversi settori applicativi - questo dopo un 2009 caratterizzato da risultati di riciclo contenuti e contemporanee operazioni di stoccaggio tattico dei materiali, resi disponibili, appunto, nel 2010 - e uno piu’ propriamente connesso con i trend di crescita quantitativa e qualitativa delle raccolte differenziate negli ultimi anni, supportate da impianti di trattamento e selezione dotati ormai delle piu’ avanzate tecnologie disponibili sul mercato.