Latina: salvare i boschi bruciati con l'umido organico
Salvare le aree colpite dagli incendi: a Latina ci pensa il Progetto Drill. Sulle colline formiane il via alla sperimentazione del progetto di Green Cross Italia per recuperare le zone danneggiate dal fuoco utilizzando il compost proveniente dai rifiuti organici
19 May, 2011
Allocare il compost derivante dal trattamento dei rifiuti organici raccolti in modo differenziato e selezionato, produrre energia da fonti rinnovabili, aumentare la stabilità idrogeologica dei suoli, generare sviluppo sostenibile e nuova occupazione. Questo l’obiettivo del progetto, in fase di start-up, che l’organizzazione ambientalista Green Cross Italia ha presentato alla Provincia di Latina. Dal nome “Drill”, che sta per “scavare in profondità” o “sondare”, il progetto di ricerca applicato, proposto a metà del 2010 ed entrato ora in fase operativa, verificherà la sostenibilità tecnica, ambientale ed economica nell’utilizzare il compost certificato per ridare tessuto organico e stabilità ai suoli delle zone danneggiate dal fuoco. La provincia di Latina, e in particolare le zone più a sud, sono infatti fortemente segnate ogni anno da incendi ricorrenti accentuati dall’orografia del territorio e dalle conseguenti caratteristiche climatiche, con la ventosità diffusa che determina una consueta ripartenza degli incendi.
«Nei prossimi mesi – racconta Carlo Santoro, esperto di energie rinnovabili e membro del comitato esecutivo di Green Cross Italia – identificheremo due aree dove andremo a effettuare verifiche sullo stato ambientale, fotografando l’evolversi della situazione rispetto ad alcuni parametri quali lo stato del terreno e la qualità delle acque sotterranee. Il tutto per assicurarci non ci siano infiltrazioni di microinquinanti nel sottosuolo».
«In seguito – continua Santoro – si potrà stabilire se lo spandimento del compost certificato, derivante da rifiuti organici raccolti in maniera selezionata, può servire a dare nutrimento organico ai terreni colpiti dagli incendi».
Il Comune di Formia, in seguito a opportune analisi di campo, ha individuato le due aree di sperimentazione nel versante sud-est di Monte Campese e sulla collina di Castellonorato, per una dimensione complessiva di circa 80 ettari.
Il tempo stimato per il processo richiederà all’incirca quattro mesi. Tra i benefici del progetto è prevista anche una maggiore stabilità dei terreni dal punto di vista idrogeologico, in quanto le nuove radici tratterranno maggiormente sia il terreno sia l’acqua piovana.
L’idea prende spunto da un lavoro di ricerca condotto dal CNR alla fine degli anni ’70 e inizi anni ’80 sull’“analisi del contributo che la pianificazione energetica può dare allo sviluppo di Aree a Risorse Limitate”. Con questo progetto Green Cross vuole verificare, attraverso applicazioni concrete, che l’approccio sostenibile individuato possa fornire un contributo significativo alla salvaguardia del territorio e una risposta efficace alla crisi economica.