"Cinque sì per cambiare la città ora il Comune faccia informazione"
Un buon risultato aiuterebbe Pisapia a superare ostacoli legati a interessi particolari e istinti di conservazione. Molti non sanno ancora che potranno dire la loro su traffico, riapertura dei Navigli, parco Expo, raddoppio del verde. Il radicale Cappato: bisogna fare presto, sui quesiti ambientali finora ha regnato il silenzio - da La Repubblica del 2 giugno 2011
02 June, 2011
di Andrea Montanari
Marco Cappato, neoconsigliere comunale radicale e tra i promotori dei cinque referendum ambientalisti, il sì della Cassazione anche al quesito sul nucleare potrà ora fare da traino anche a quelli milanesi?
«È sicuramente un tema importante per l´opinione pubblica. Spero comunque che ci sarà spazio per dare un minimo di informazione anche sui cinque referendum per la trasformazione ecologica di Milano. Per questo motivo avevamo chiesto che si potessero votare insieme alle elezioni amministrative».
È preoccupato per la scarsa informazione?
«Certo. Sono pochissimi i milanesi al corrente degli argomenti di questi referendum. Il regolamento comunale prevede un preciso impegno del Comune a dare informazione non solo con manifesti, ma anche su giornali e tv. Finora, però, non si è visto nulla».
L'ex sindaco Moratti non aveva preso un impegno?
«Si era personalmente espressa a favore di tutti i referendum, poi è stata bloccata sia dai partiti che dal risultato elettorale. Per questo abbiamo deciso di scrivere sia a lei che al nuovo sindaco Giuliano Pisapia. Oggi questi referendum rappresentano un´occasione per affrontare in modo serio e non demagogico l´aspetto dei costi e dei benefici di politiche urgentissime come quelle del disincentivo dell´uso dell´auto privata e dell´incentivo, invece, del trasporto pubblico».
Cosa chiedete a Pisapia?
«Potrebbe intervenire su due piani. Innanzitutto facendo rispettare ciò che è previsto dall'articolo 19 comma 6 del regolamento comunale. Il sindaco avrebbe la responsabilità istituzionale di usare questi ultimi giorni per dare un´effettiva informazione ai milanesi. Il che significa non limitarsi a utilizzare i canali formali e burocratici».
E il secondo piano qual è?
«Pisapia ha ricordato esplicitamente il valore dei quesiti referendari sia durante la campagna elettorale che in piazza Duomo durante la festa per la sua elezione. Credo che un buon risultato dei referendum sarebbe di grande aiuto per il nuovo sindaco. Per superare gli ostacoli legati a interessi particolari o istinti di conservazione che esistono su temi come questi. Quello che serve, invece, è affrontare con slancio un´agenda complessiva di vera e propria rivoluzione per una nuova qualità della vita a Milano».
In che senso?
«Credo che, a oggi, pochissimi milanesi siano a conoscenza di queste occasioni di cambiamento. Per la riapertura dei Navigli: si tratta di un progetto enorme per il futuro di Milano. O il recupero del piano sugli alberi chiesti da Claudio Abbado, un tema che ha tenuto banco per mesi. Per non parlare della questione "Expo dei cittadini"».
Vale a dire?
«Bisogna evitare che il giorno dopo la fine dell´Esposizione arrivino le ruspe per radere al suolo tutto e portare una nuova colata di cemento su quell´area. Questi sono temi di grande portata, ma quasi nessuno dei milanesi sa che potrebbe dare un´indicazione».
Cosa la convince che questa battaglia si può vincere?
«Fin dall´inizio questi referendum hanno avuto un appoggio trasversale, non di parte. Non si tratta di quesiti politici, ma ambientali. Per questo nella fase della raccolta delle firme c'era l'interesse di tutti, soprattutto davanti alle scuole».