Smog milanese: la perizia assolve traffico e politici
da Il Giornale del 03.06.2011
03 June, 2011
di Luca Fazzo
La consulenza disposta dalla Procura nell’ambito delle indagini sull’inquinamento (contro sindaco e Regione) dimostra che la causa prima delle polveri non è la circolazione delle auto ma la posizione geografica della città
Non è solo una perizia giudiziaria: è anche lo studio più approfondito sulla reale situazione dell’aria a Milano e in Lombardia, sulle cause dell'inquinamento, le sue conseguenze, i possibili rimedi. Il contenuto della perizia è ancora segreto, chiuso com’è nei cassetti della Procura della Repubblica. Ma le prime indiscrezioni sono sufficientemente chiare. E dicono che la situazione è drammatica: a causa dell’inquinamento gli abitanti di Milano, ed in particolare dei bambini, si ammalano molto di più. A volte, di malattie gravi. Ma la perizia dice anche che il traffico è solo una delle cause. E punta il dito contro un nemico che combattere è impossibile: la posizione geografica del capoluogo lombardo, sprofondata nel cuore di una pianura dove il vento è un ospite inconsueto.
La consulenza è stata disposta dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati i presidenti di Regione e Provincia, Roberto Formigoni, insieme all’ex sindaco di Milano Letizia Moratti, sulla base dell’esposto di una associazione ambientalista. Nel dicembre del 2009 la Procura dispose l’iscrizione nel registro degli indagati dei tre esponenti di vertice delle istituzioni locali per il reato di «getto pericoloso di cose in luogo pubblico»: nell’ipotesi dei pm, Formigoni, Podestà e la Moratti avevano l’obbligo giuridico di opporsi con misure concrete all’inquinamento: e non avendo preso misure efficaci potrebbero dover rispondere dello stesso reato commesso dai diretti responsabili.
Per dare sostanza all’inchiesta il pubblico ministero Giulio Benedetti e il procuratore aggiunto Nicola Cerrato avevano ordinato a Arpa e Politecnico una consulenza su due i fronti: uno epidemiologico, destinato a accertare se ed in che misura le malattie causate dall’inquinamento registrino aumenti significativi; il secondo finalizzato a stabilire in modo scientifico i livelli di inquinamento e le loro sorgenti. La risposta, dopo quasi un anno e mezzo di lavoro, è arrivata in Procura. Sono una serie di relazioni ponderose e in alcuni punti assai tecniche. Ma la sostanza è chiara. E la prima parte di risposte lascia poco spazio all’ottimismo: vivere a Milano fa male. Molto male. Tutti gli indicatori presi in esame dicono che l’incidenza di malattie anche gravi dell’apparato respiratorio è inequivocabilmente più alta della media nazionale, anche confrontata ad altre aree urbane, e ha i bambini tra le vittime più vulnerabili. Ma che di questa situazione drammatica possano essere considerati responsabili diretti il sindaco e i presidenti la perizia sembra dubitarne: perché l’incidenza dell'inquinamento da traffico e da riscaldamento (gli unici su cui gli enti pubblici hanno qualche possibiltà di intervento) è solo una delle cause della cappa di smog che grava su Milano. Ci sono altre cause «umane», alcune sottovalutate eppure registrabili: come quella, citata nella perizia, dovuta ai camini a legna, cioè soprattutto alle pizzerie. Ma c’è anche una causa che è impossibile da estirpare; la conformazione «orografica» della pianura padana, la sua cronica carenza di vento. Sarà ora la Procura, sulla base di queste conclusioni, a stabilire se l’accusa a carico di Moratti, Formigoni e Podestà può essere ancora portata avanti.