Nasce il sistema nazionale di gestione di pneumatici fuori uso (PFU): per l’Italia obiettivo raccolta 100%
Entra in vigore il D.M. 82 dell’11 aprile 2011, che attribuisce ai produttori/ importatori di pneumatici la responsabilità della raccolta e recupero di questo prezioso materiale. Obiettivi: evitare la dispersione, sviluppare impieghi nuovi ed esistenti del materiale, ottimizzare e rendere efficiente il sistema
09 June, 2011
Obiettivo prioritario per il nostro Paese: intercettare il 100% degli pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita in Italia (PFU), eliminando flussi illegali e non controllati di questo prezioso materiale dalle molteplici potenzialità di reimpiego.
Con questo mandato prioritario nasce il sistema per la gestione dei PFU, che vedrà responsabili i produttori/importatori di pneumatici, seguendo una linea già adottata in molti altri Paesi europei, tra cui Spagna, Francia, Portogallo, Svezia e Norvegia. Il principio della “producer responsibility” prevede che ciascuna azienda interessata dalla normativa sia responsabile e garantisca la gestione di PFU per una quota corrispondente a quanto immesso sul mercato nell’anno solare precedente. Tale responsabilità può essere assolta direttamente dalla aziende o attraverso “strutture associate”.
Da oggi parte l’avvio di tutte le procedure e gli adempimenti organizzativi, tra cui la dichiarazione presso il Ministero dell’Ambiente da parte delle aziende dei propri quantitativi di immesso sul mercato ed eventuale dichiarazione di adesione a “strutture associate”;
tra 90 giorni si entrerà nella fase gestionale vera e propria e sarà avviato il ritiro gratuito dei PFU presso oltre 30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tutto il territorio nazionale e il successivo invio agli impianti di trattamento e/o di valorizzazione.
Chiari ed impegnativi gli obiettivi di raccolta che i produttori/importatori dovranno raggiungere in breve tempo:
· entro il 2011: 25% di recupero rispetto al quantitativo immesso nel 2010
· entro il 2012: 80% di recupero rispetto al quantitativo immesso nell’anno solare precedente
· dal 2013: 100% di recupero rispetto al quantitativo immesso nell’anno solare precedente
La situazione oggi
Ogni anno in Italia arrivano a fine vita circa 380.000 tonnellate di pneumatici: si tratta di materiale che non può essere inviato a ricostruzione e che è senza altra possibilità di reimpiego tal quale, proveniente principalmente dal settore del ricambio ed in parte da demolizione di veicoli a fine vita.
Fino ad oggi circa il 20% di questi PFU veniva raccolto ed avviato ad impianti per il recupero del materiale, circa il 50% finalizzato a recupero energetico e il 25% si immetteva in circuiti non controllati, facendo sì che se ne perdessero le tracce.
In Italia sono circa 50 le aziende che trattano, con diverse modalità e caratteristiche, i PFU e alcune centinaia i trasportatori autorizzati operanti; sono invece poche ancora le aziende che lo utilizzano in nuovi impieghi, per esempio nella realizzazione di arredi urbani, edilizia, pavimentazioni stradali.
Il ruolo di Ecopneus
Ecopneus è la società consortile per azioni costituita ad inizio 2009 dalle principali aziende produttrici o importatrici di pneumatici in Italia: Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin, Pirelli. Rappresentando oltre l’80% del mercato nazionale di pneumatici, di fatto Ecopneus costituisce il principale interlocutore e responsabile dello sviluppo e gestione di un sistema che dovrà garantire raccolta, recupero e monitoraggio dei PFU su tutto il territorio nazionale.
Il primo passo sarà quello di selezionare con appropriati criteri di qualità, efficienza, affidabilità e sostenibilità economica gli operatori (per logistica ed impianti), attraverso confronti e verifiche improntati alla massima trasparenza e con l’obiettivo di selezionare le professionalità migliori a copertura di tutto il territorio nazionale.