La qualità dell'ambiente urbano secondo il VII Rapporto Ispra
Nelle città italiane aumenta il consumo di suolo. Nel 2008 leggera crescita della produzione di rifiuti (in controtendenza con il dato nazionale). Emissioni in calo, ma rimangono gli sforamenti. Diminuisce il numero delle auto, ma aumentano le moto in circolazione. In crescita gli utenti del trasporto pubblico, ma l'Italia è ancora indietro sulla mobilità sostenibile. E' quanto emerge dal VII Rapporto sulla qualità dell'Ambiente Urbano - Edizione 2010 elaborato su dati 2009 (in alcuni casi 2008)
09 June, 2011
Le città italiane sono sempre più sotto pressione: continua ad aumentare la popolazione, e crescono lo sfruttamento del suolo e la produzione di rifiuti. Diminuiscono le auto e le emissioni in atmosfera, ma aumentano le moto. È questo il quadro tracciato dall’ultimo Rapporto Ispra sulla Qualità dell’ambiente urbano, che ha analizzato un campione di 48 città, sotto tutti i profili di interesse ambientale.
Qualità dell’aria
Quest’anno, visto il recente recepimento della direttiva comunitaria 2008/50 sulla qualità dell'aria con il decreto legislativo 155/2010, l’Ispra ha deciso di dedicare particolare attenzione al tema. In linea generale, stando ai dati del 2008, sono in calo le emissioni in atmosfera per tutti gli inquinanti: particolato aerodisperso (il PM10 primario), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili diversi dal metano, ossidi di zolfo, ammoniaca e benzene. «Nelle aree urbane del bacino padano, però, sono stati superati quasi ovunque i valori limite di concentrazione in aria relativi ai vari inquinanti, in particolare per PM10, PM2,5, NO2 (biossido di azoto) e ozono», scrive l’Istituto. E sforamenti ci sono stati anche nelle altre città: «Anche nel resto dell’Italia, pur in presenza di situazioni di inquinamento meno intenso e generalizzato, nelle aree urbane sono frequenti concentrazioni degli inquinanti atmosferici superiori ai valori limite».
Trasporti
A favorire la diminuzione delle emissioni è stato sicuramente il calo delle auto in circolazione: nel periodo 2005-2009, il loro numero è sceso in modo significativo in tutto il centro Nord, da Milano (-2,9%) a Venezia (-3,5%) fino a Roma, dove si arriva a un -5,2%. Al Sud, invece, è cresciuto un po’ ovunque, oscillando tra l’1,2% di Cagliari e il 5,9% di Catania, con l’eccezione di Salerno, Pescara e Sassari dove si rileva una diminuzione delle autovetture pari rispettivamente a 3,4%, 0,4% e 0,3%. Aumentate le auto a gasolio e quelle ad alta cilindrata, ma anche quelle con minori emissioni. E sono cresciuti anche i motocicli, con un trend che oscilla tra il +6,5% di Campobasso e lo 0,9% in più di Parma. Molto resta da fare sulla mobilità sostenibile: pur registrando un generale miglioramento nel lungo periodo (2000-2009), è ancora presente una disomogeneità territoriale tra le città del Nord e del Sud Italia, evidente ad esempio per la disponibilità di piste ciclabili o di aree pedonali. In buona parte delle città esaminate, è aumentato l’utilizzo del trasporto pubblico. Le città più popolose, Roma e Milano, sono quelle che al 2009 registrano il maggior numero di passeggeri trasportati dai mezzi pubblici per abitante, con valori pari rispettivamente a circa 700 e 530. Rimane però molto ampio il divario tra le città italiane e quelle del nord Europa riguardo alle misure volte alla promozione della mobilità sostenibile.
Rifiuti
Grandi flussi turistici e alta concentrazione di attività lavorative, spiega l’Ispra, fanno sì che nei grandi centri urbani si producano più rifiuti rispetto al resto della penisola. Le 48 città analizzate superano la media nazionale di rifiuti pro capite (541 kg) di 79 kg, arrivando a quota 620. Solo 11 centri urbani sono sotto il livello medio nazionale.
"La produzione totale di rifiuti urbani - si legge nel rapporto - delle 48 città analizzate nel triennio 2006/2008, è praticamente identica (diminuisce di sole 7.500 tonnellate), mentre tra il 2007 e il 2008 aumenta di 24.000 tonnellate (0,3%) evidenziando un tasso di crescita superiore a quello rilevato, nello stesso arco di tempo, a livello nazionale dove la produzione, pur rimanendo sostanzialmente stabile, diminuisce di 45.000 tonnellate".
I maggiori incrementi di produzione si sono avuti a Campobasso (+7,3%), Modena (+7%), Forlì e Napoli (+6,2%). Un calo superiore al 10% si riscontra, invece, per Potenza (-19%), Terni (-11,4%) e Catania (-10,4%). Città come Ancona, Cagliari, Messina, Torino, Reggio Calabria e Salerno riportano diminuzioni comprese tra il 2% e il 7%. I maggiori livelli di raccolta differenziata si rilevano, secondo dati del 2008, a Novara, sopra il 70%, e a Trento che va oltre il 50% (53,9%): percentuali inferiori al 10%, invece, a Napoli, Catania, Palermo, Taranto, Siracusa e Messina, ma anche Roma supera di poco il 17%.
Consumo di suolo e aree verdi
Le città continuano a mangiare suolo: assistiamo, spiega l’Ispra, alla compromissione e alla frammentazione di ampi territori, con una generale accelerazione del processo negli anni successivi al 2000. L’espansione delle aree urbane in Italia continua a sigillare il suolo con un tasso di consumo pari a cento ettari al giorno: tra il 1999 e il 2006 a livello nazionale si è costruito ogni anno per un'estensione equivalente a 3 volte la superficie della città di Napoli. Molte città hanno quindi aumentato la propria estensione, diminuendo la densità abitativa: è successo, ad esempio, a Roma, passata da un’intensità d’uso di 109,5 abitanti per ettaro di suolo consumato a una di 80 abitanti per ettaro, tra il 1990 e il 2008. A livello nazionale, l’intensità d’uso è scesa dai 35,6 ab/ha del 1994 ai 30,9 del 2006, mentre la superficie impermeabile è passata nello stesso periodo da 281 a 323 metri quadri per abitante.
Il patrimonio di aree verdi cittadine è rimasto in sostanza invariato: i dati del 2009 mostrano solo minimi miglioramenti, visto che in più della metà delle città analizzate il totale di verde non supera il 5% e solo in 8 città va oltre il 20%. Palermo è il comune con la maggiore copertura di aree verdi sul territorio comunale (31,9%), seguito da Ravenna (29,9%), Ancona (28,1%) e Roma (27,5%).
Il Rapporto prende in considerazione anche i dati relativi al consumo di acqua, i cambiamenti climatici e il turismo. Tutti i dati sono consultabili nella Banca dati Ispra.
In allegato all'articolo il testo del rapporto. Sul sito Ispra sono disponibili ulteriori documenti e i video degli interventi.