Plastica di qualità: Eco dalle Città entra nell'impianto di selezione
Altra tappa del nostro viaggio nella raccolta differenziata di qualità. Michele Rizzello, Direttore dell’impianto di selezione e riciclo di imballaggi plastici Demap di Beinasco, ci racconta il cammino dei rifiuti dal cassonetto alla ricicleria
15 June, 2011
Cominciamo dal pedigree dei rifiuti. Da dove proviene il materiale che entra nella piattaforma Demap?
Il rifiuto in ingresso proviene tutto dal territorio della provincia di Torino. Demap è una piattaforma di selezione di imballaggi in plastica che opera per conto del Consorzio Corepla, ed è l’impianto di riferimento per il bacino della provincia di Torino.
Gli imballaggi in plastica che entrano nel nostro sito arrivano principalmente dalla raccolta differenziata, porta a porta e stradale.
Solo utenze domestiche?
Praticamente sì. L’accordo quadro Anci – Conai prevede che ci sia la possibilità di raccolta di un flusso di imballaggi di origine non domestica , (comunque assoggettato a privativa comunale) ma sono naturalmente quantità irrisorie rispetto alle 40.000 ton./anno in ingresso presso Demap.
Proviamo a seguire il viaggio di una bottiglia di plastica. Esce da una casa, entra nel cassonetto, e poi?
Esistono diverse modalità di raccolta sul territorio della provincia di Torino. Al di là della pratica (porta a porta o stradale) ci sono due macro sistemi di raccolta: quella congiunta, Multimateriale cioè plastica e metalli, che ad oggi interessa 6 bacini del nostro territorio, con 230 comuni e circa 800.000 abitanti serviti ; e quella della raccolta selettiva, monomateriale , solo imballaggi in plastica , sistema di raccolta che viene applicato ad esempio nel comune di Torino.
Nel 2010, abbiamo registrato ingressi complessivi per circa 40.000 tonnellate, di queste 11.275 provenienti da raccolta selettiva, 28.364 da raccolta congiunta multi materiale.
Allora,qui non arriva il materiale così come lo troviamo nei cassonetti?
Dipende. In parte sì, in parte è già selezionato, a seconda della provenienza e delle esigenze qualitative di un determinato territorio.
La discriminante nel percepimento dei contributi Corepla è dettata dalla quantità di inquinanti all’interno del flusso, ci sono alcuni bacini territoriali che necessitano di una pulizia preliminare, ed in questo caso il rifiuto viene conferito in Demap solo dopo tale operazioni , confezionato in balle.
Questo passaggio intermedio consente di raggiungere i livelli di “purezza”indicati dall’accordo quadro ANCI-CONAI e ottenere così i contributi di raccolta.
Torniamo al viaggio dei rifiuti. Cosa succede una volta che entrano nell’impianto?
Il materiale in ingresso è molto eterogeneo, proprio perché proveniente da territori e sistemi di raccolta differenti, in parte è già imballato e in parte no; una volta giunto alla piattaforma viene caricato sulle linee impiantistiche e in una prima postazione di selezione subisce una pulizia preliminare, per allontanare dal flusso i contaminanti che potrebbero ostacolare la prosecuzione delle operazioni.
Che contaminanti?
Tutto ciò che non è imballaggio ed ha dimensioni “importanti”. Manufatti in plastica che non sono imballaggi rappresentano contaminazioni: giocattoli, tubi da irrigazione, scarpe, videocassette fino ad arrivare qualche volta a paraurti e pneumatici... La rimozione per questi oggetti di grande dimensione o facilmente riconoscibili avviene manualmente. Utilizziamo poi sistemi di apertura automatica dei sacchetti, vagliatura meccanica, defferizzazione e separazione ottica per le parti più piccole.
Quanto materiale viene scartato già all’ingresso?
Oggi circa il 20%. Ma ci stiamo strutturando, anche in virtù del nuovo contratto di selezione Corepla per cercare di effettuare ulteriori operazioni di selezione sulle plastiche eterogenee, in modo da poter recuperare ancora il polietilene presente. Cercheremo in futuro di riuscire ad effettuare ulteriori selezioni su questo scarto.
E dove va a finire?
Qualora non fosse possibile adottare una selezione per la successiva preparazione di combustile alternativo, viene avviato in discarica.
E’ un dato in crescita o in diminuzione rispetto agli anni precedenti?
Quello che registriamo noi è in diminuzione. Il nuovo accordo Anci-Conai spinge in questa direzione: c’è un restringimento delle fasce di qualità sia sulle raccolte multi materiale che su quelle monomateriale. Questo restringimento, come dicevo prima, ha portato in alcuni casi ad una maggiore attenzione e all’avviamento di nuove campagne di comunicazione più mirate, come ad esempio quella di "plastica e metalli a regola d’arte" nel territorio di Acea Industriale o alla scelta del cambiamento dei contenitori operata, con ottimi risultati da Società Canavesana, in altri casi invece a creare un passaggio intermedio, quello della pre-pulizia.
In quest’ultimo caso, arrivando, materiali già prepuliti, di conseguenza si registra una diminuzione delle contaminazioni, che però non è sinonimo di miglioramento della raccolta.
Inoltre, assieme alle amministrazioni locali, all’ATO e ai consorzi e società di gestione è stata fatta molta comunicazione e si sono sottoscritti protocolli di intesa per monitorare e controllare la qualità dei singoli flussi e territori.
In base alla sua esperienza, lei pensa che ci siano differenze di qualità fra il materiale proveniente dalla raccolta stradale e quello che arriva dal porta a porta?
Credo di poter dire che il porta a porta garantisce risultati migliori, tuttavia c’è da fare i conti con l’aspetto economico e con il territorio: ci sono realtà molto diverse fra loro su un territorio così vasto.
Sappiamo che questi oggetti vengono rimossi non tanto perché non possano essere riciclati ma per una questione di contributi. Non essendo imballaggi non pagano il contributo Conai...
Dipende dagli oggetti. Sicuramente ci sono manufatti che per la loro composizione potrebbero essere riciclati: per esempio un portapenne in polipropilene è realizzato con la stessa plastica delle cassette ortofrutta, e dunque è riciclabile. Ma non in questo circuito, perché sono aziende specializzate nel recupero e nel riciclo di imballaggi provenienti da post consumo.
Ma se tanto ormai questi oggetti – prendiamo il solito piatto monouso – sono arrivati fin qui perché non li riciclate comunque? Non converrebbe anche a voi?
Questo è un tasto dolente. I piatti di plastica non sono imballaggi, non pagano il contributo ambientale conai, pertanto se entrano a far parte di questo flusso, rappresentano una contaminazione. Mi rendo perfettamente conto che non è facile spiegare questo ai cittadini che con virtuosismo effettuano la raccolta differenziata…
La nostra azienda però, così come gli altri 34 centri di selezione presenti oggi sul territorio Nazionale, effettuato un “conto lavorazione” per il consorzio Corepla, che identifica le tipologie di prodotto da selezionare e le relative specifiche tecniche. I prodotti di selezione sono di esclusiva proprietà di Co.re.pla che li venderà poi all’industria del riciclo.
Personalmente, non mi risulta che oggi ci sia una filiera specifica di riciclo del piatto e della posata monouso, mentre esistono delle filiere strutturate già da qualche decennio che riciclano i contenitori per liquidi in PET, il polietilene ad alta densità, il film in polietilene, le cassette ecc…
Ovviamente, oltre agli aspetti legati al contributo ambientale e alla raccolta, occorre che sia presente l’industria del riciclo di questi materiali.
Torniamo al viaggio.
Sì. Come dicevo una serie di vagli meccanici separano il materiale per volumetria e peso specifico; il materiale viene poi suddiviso per tipologia e colorazione grazie ad un sistema di rilevamento ottico all’avanguardia. Da un rifiuto eterogeneo in ingresso, restituiamo un prodotto omogeneo secondo le specifiche tecniche di Corepla e ordinato in balle da circa un metro cubo. Selezioniamo il PET di colore trasparente, azzurro e multicolore; il polietilene di alta densità (flaconi da detergenza); il film plastico (sacchetti, shoppers, il nylon che tiene insieme le confezioni da 6 bottiglie; le cassette della frutta; Selezioniamo e valorizziamo ancora gli imballaggi in Alluminio ed Acciaio ( lattine e scatolame) presenti nella raccolta multi materiale plastica e metallo; un insieme di plastiche miste all’interno delle quali confluiscono ad esempio i vasetti dello yogurt, i vasi da vivaista, le reggette... Non sono recuperabili dal punto di vista del riciclo meccanico, ma finiscono poi recuperate sotto forma di energia.
Di che percentuali parliamo?
Circa il 25%-30%.
Cosa succede poi al materiale selezionato?
Viene messo a disposizione di Corepla, che attrverso meccanismi di asta vende il prodotto alle industrie del riciclo, ed è qui che i prodotti saranno lavati, macinati o granulati, diventando poi materia prima seconda .
Sostanzialmente in Demap entrano rifiuti eterogenei ed escono prodotti omogenei, suddivisi per materiale e colore.
Questo passaggio, tecnicamente indispensabile per il successivo riciclo, contribuisce alla valorizzazione dei nostri rifiuti trasformandoli in una risorsa molto importante, sia dal punto di vista ambientale che occupazionale.