Rinnovabili, Clini: «Presto attivo il Fondo rotativo di Kyoto»
Secondo il direttore generale del ministero dell’Ambiente, dovrebbe partire a settembre lo strumento varato nel 2008 ma mai attuato. Il Fondo concederà prestiti per 600 milioni di euro a imprese e privati che realizzeranno progetti nel settore delle rinnovabili, dell'efficienza e della gestione forestale sostenibile
22 June, 2011
Dopo l'intensa primavera iniziata con l'approvazione del decreto Romani e del Quarto conto energia e finita con la vittoria dei sì al referendum abrogativo sul nucleare, per il mondo delle rinnovabili si riaccende qualche speranza sul fronte del sostegno finanziario alle fonti di energia “pulita”. Dovrebbe infatti essere presto attivato il Fondo rotativo di Kyoto, lo strumento di finanziamenti pubblici per le rinnovabili introdotto dal Dm Ambiente 25 novembre 2008 e dal Dm Economia 17 novembre 2009, ma poi mai reso operativo. L'annuncio dell'imminente novità è stato dato del direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini, che ha espresso la sua speranza di riuscire a «firmare l'accordo con la Cassa depositi e prestiti la prossima settimana o entro luglio», in modo da far partire il fondo a settembre.
Lo strumento permetterebbe il finanziamento di misure finalizzate all'attuazione del Protocollo di Kyoto. In particolare, a disposizione di imprese, soggetti pubblici e privati cittadini dovrebbero arrivare prestiti per un ammontare totale di 600 milioni di euro, distribuiti in tre annualità di 200 milioni l’una. I fondi saranno utilizzabili per prestiti riguardanti interventi nell'ambito del settore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica, della ricerca e della gestione forestale. Sette, nel dettaglio, le aree d'intervento suscettibili di finanziamento: micro-cogenerazione diffusa; rinnovabili; motori elettrici; usi finali; protossido di azoto; ricerca; gestione forestale sostenibile. L'obiettivo del ministero, secondo Clini, è quello di favorire la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, cosa che secondo il dirigente non viene garantita dai meccanismi incentivanti in vigore. «Se continuiamo ad avere meccanismi incentivanti per una durata molto lunga, ossia 20-25 anni – ha concluso Clini - incentiviamo tecnologie che negli anni diventano obsolete e sprechiamo risorse».