Decreto rifiuti (da urbani a speciali): le preoccupazioni dell'assessore all'Ambiente della Regione Puglia
L’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, interviene con una lettera aperta sulla situazione rifiuti a Napoli. Secondo l'assessore, il nuovo decreto e l'equiparazione dei rifiuti solidi urbani ai rifiuti speciali, "rischia di mandare all’aria tutte le programmazioni regionali in tema di gestione dei rifiuti urbani"
27 June, 2011
L’assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro, interviene con comunicato sul dibattito sulla grave crisi dei rifiuti nella città di Napoli. Secondo Nicastro, “da quanto ci è dato sapere e da quello che apprendiamo dagli organi di stampa il Governo si appresterebbe ad approvare una norma (decreto?) di interpretazione autentica per consentire la ripresa dello smaltimento dei rifiuti urbani al di fuori della regione Campania, senza alcuna intesa con le regioni che ospitano tale monnezza”.
“La Regione Puglia ha garantito la propria disponibilità e solidarietà alla Regione Campania sottoscrivendo a dicembre 2010, tra le prime regioni, un protocollo di intesa per lo smaltimento, sul proprio territorio, di 45.000 tonnellate di rifiuti urbani provenienti dal trattamento di trito-vagliatura effettuato negli STIR della Campania. Il protocollo prevedeva, in linea con la vigente normativa nazionale, il conferimento delle frazioni secca ed umida proveniente dai citati trattamenti. Si tratta di rifiuti urbani trattati che, come tali, restano urbani, come peraltro confermato dal TAR ed in prima battuta dal Consiglio di Stato. Abbiamo sottoscritto e difeso tale protocollo anche di fronte alle opposizioni delle popolazioni locali, in nome di una solidarietà che noi pratichiamo con atti concreti e non solo a parole”.
“Devo riferire, tuttavia – ha continuato Nicastro - che l’impegno e l’attenzione posta dalla Regione Puglia nei confronti della Campania e del Governo Nazionale, non sono stati adeguatamente corrisposti. Come ho già avuto modo di denunciare, nel mentre si operava tra i rigidi controlli previsti dal protocollo, in Puglia arrivavano ben 60.000 tonnellate di rifiuti urbani trattati al di fuori dello stesso protocollo, peraltro, senza corrispondere un solo euro dei previsti 500.000 a titolo di ristoro ambientale a favore della amministrazioni territoriali direttamente coinvolte, perché sede di discariche o prossime alle stesse. Tutto ciò è profondamente scorretto e non abbiamo esitato a porre in essere ogni attività per fermare questo traffico, a nostro modo di vedere illegittimo.
Ed oggi, sul tavolo, c’è una proposta di interpretazione che, sembrerebbe, porti a sostenere che i rifiuti urbani trattati non sono urbani ma speciali e, pertanto, possono liberamente circolare sul territorio nazionale in assenza di qualsivoglia intesa tra le regioni interessate. Credo che questo sia profondamente sbagliato. Una interpretazione di questo tipo mina alle radici l’intero impianto normativo nazionale e comunitario sulla gestione dei rifiuti urbani e speciali e rischia di mandare all’aria tutte le programmazioni regionali in tema di gestione dei rifiuti urbani”.
“Immaginiamo cosa accadrebbe se ogni regione iniziasse a far girare per l’Italia i propri rifiuti urbani in attuazione della interpretazione proposta? È vero. In Campania (ed a Napoli, soprattutto) c’è una gravissima situazione di emergenza ed è necessario affrontarla con la disponibilità ed il buon senso di tutti. Ma senza sotterfugi. Chiediamo al Governo di soprassedere su ipotesi di facili interpretazioni che risolvono il problema del giorno, ma determinano criticità profonde che lasceremmo in eredità alle generazioni future. Chiediamo di avviare un confronto con tutte le regioni, del Nord come del Sud, per trovare una soluzione concertata che consenta la risoluzione della crisi campana, ed al contempo il recupero della necessaria credibilità ed affidabilità delle istituzioni. Chiediamo di individuare ogni utile e tempestiva soluzione ad una problematica che dura da troppo tempo. È però necessario che questo avvenga all’interno di un quadro normativo – come quello vigente – tale da non consentire alla criminalità di lucrare rendite di posizione grazie all’allargamento delle maglie nei sistemi di controllo già oggi faticosamente operanti”.
Press regione - Puglia