Roma, rifiuti: Malagrotta chiuderà a fine 2011, la nuova discarica sarà a Fiumicino
La Regione ha scelto il sito di Pizzo del Prete: si tratterà di un impianto di trattamento con annessa una mini-discarica di servizio. Sarà pronto fra tre anni, nel frattempo saranno realizzate discariche temporanee
29 June, 2011
A sorpresa, quando ormai nessuno se lo aspettava, è arrivata dalla Regione l’indicazione per il nuovo sito dove sorgerà la discarica di Roma, Ciampino e Fiumicino, dopo la chiusura di Malagrotta, prevista per dicembre 2011. Si tratta di Pizzo del Prete, in località Le Macchiozze, un terreno a ovest di Roma ma all’interno del comune di Fiumicino. L’area è quella di Castel Campanile, non lontano dall’Aurelia e da Palidoro, dove da un mese i cittadini protestano contro l’ipotesi di un inceneritore (su cui per ora, in realtà, dalla Regione non arrivano informazioni ufficiali). La località, dopo una serie di studi effettuati dagli uffici regionali su sette siti considerati adatti a ospitare impianti di trattamento e una «mini-discarica» di servizio, è stata ritenuta «preferenzialmente idonea» per la costruzione di un «sistema integrato dei rifiuti».
Il modello da cui ha preso spunto la presidente della Regione Renata Polverini è quello della Toscana: in provincia di Pisa, a Peccioli, infatti, esiste una discarica funzionale agli impianti di trattamento che gestiscono la spazzatura di mezza regione. Un sistema virtuoso che recupera il biogas e lo trasforma in energia, e grazie al quale sono state anche ridotte le tasse (Tarsu e Ici) e le rette degli asili.
Per replicare il sistema in Lazio, ci vorranno almeno tre anni, un anno e mezzo-due se scatterà il commissariamento. Soluzione che sembra sempre più probabile. «I poteri ordinari potrebbero non bastare. Alla mia giunta e al consiglio regionale ho detto che preferivo i poteri ordinari perché così gestivamo insieme questa fase decisionale. Ma è evidente un dato: quando chiude Malagrotta servirà subito una discarica provvisoria», ha detto la Polverini in un'intervista apparsa sul Messaggero il 30 giugno.
Rimane dunque il problema di dove mettere i rifiuti dell’area metropolitana della Capitale dal giorno in cui verrà chiusa Malagrotta e fino a quando non entrerà in funzione il nuovo impianto. Il 29 giugno, infatti, la Polverini firmerà per la discarica romana una proroga di soli sei mesi, fino a dicembre 2011. Inoltre, i terreni di Pizzo del prete non sono di proprietà pubblica: la Regione dovrà quindi acquisirli prima di dare inizio ai lavori. Per coprire questo periodo di tempo e traghettare il sistema rifiuti da Malagrotta al nuovo impianto di Fiumicino, potrebbero quindi tornare utili gli altri sei siti su cui la Regione aveva già compiuto degli studi preliminari, in cui realizzare discariche provvisorie. Sono quattro località nel comune di Roma (Corcolle-San Vittorino, Procoio Vecchio-Pian dell'Olmo, Monti dell'Ortaccio, Castel Romano-Quartaccio), un'altra a Fiumicino (Osteriaccia) e una a Riano (Quadro Alto). Si tratta in tutti i casi di terreni di proprietà di privati, che la Regione dovrebbe alienare ai proprietari.
L'immondizia da conferire, assicurano in Regione, sarebbe comunque molta meno di quella che finisce oggi a Malagrotta, perché sarebbe trattata, e dunque se ne ridurrebbe il volume. La stessa capienza di Pizzo del Prete sarà pari all'attuale quantità di rifiuti indifferenziati che oggi dal comune di Fiumicino parte per la discarica di Malagrotta: anche qui però, a differenza dell’Ottavo colle, non finirà il cosiddetto “tal quale”, ma solo i rifiuti già trattati. Nell'ordinanza verrà anche specificato che gli impianti di trattamento (i due presenti a Malagrotta e gestiti dal proprietario della discarica, Manlio Cerroni, e quelli dell'Ama a Rocca Cencia e in via Salaria) dovranno già da ora lavorare a pieno regime. In questo modo sarà possibile progressivamente ridurre le tonnellate di rifiuti che entreranno in discarica. Nessuna informazione ufficiale, per ora, su un potenziamento della raccolta differenziata, priorità su cui più volte avevano insistito gli ambientalisti, anche per ridurre i volumi dei rifiuti conferiti in discarica.
Per adesso, non si sa quante discariche provvisorie saranno realizzate, e dove sorgeranno. Il sito più probabile sembra attualmente quello di Pian dell’Olmo, al confine tra il comune di Roma e quello di Riano. Nonostante le promesse di Renata Polverini («Premieremo tutti i comuni che vorranno farsi carico dello smaltimento dei rifiuti perché nessuno vuole un sito sotto casa»), le proteste dei cittadini non si placano.
Il 28 giugno scorso, i cittadini di Riano e dei vicini comuni di Formello, Castelnuovo di Porto e Monterotondo hanno manifestato contro l’ipotesi di una discarica a Pian dell’Olmo occupando la via Tiberina. La coda delle auto incolonnate dalla Tiberina alla Flaminia ha raggiunto i dieci chilometri. «Il sito individuato dalla Regione è un luogo incantevole, peraltro vicino alle abitazioni e ai ristoratori che da 50 anni lavorano in questo posto. Una discarica ucciderebbe il nostro paese», ha detto il sindaco Marinella Ricceri. E continuano anche le proteste degli abitanti di Fiumicino e dei comuni del Lazio settentrionale, già in agitazione da un mese contro l’inceneritore che, secondo indiscrezioni, dovrebbe sorgere vicino a Palidoro, probabilmente nell’area di Pizzo del Prete. Per adesso non ci sono informazioni ufficiali, ma la possibilità è reale. «A partire dal 2 luglio - annuncia il portavoce del comitato Rifiuti Zero a Fiumicino, Massimo Piras - sono state messe in preventivo una petizione popolare contro l’inceneritore e una serie di occupazioni del suolo pubblico per dare vita a dei sit-in simultanei nelle città di Fiumicino, Fregene, Passoscuro, Maccarese e Torrimpietra».
Il 29 giugno sarà dunque formata l’ordinananza per dare il via al nuovo sistema integrato dei rifiuti del Lazio. «Su questo tema ci metterò la faccia», ha spiegato la governatrice illustrando ciò che ha in mente: «Sarà una mini-discarica di servizio agli impianti di smaltimento che non accoglierà più il rifiuto tal quale ma già trattato, che non produrrà nemmeno cattivo odore». Dichiarazioni che il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti definisce «rassicuranti: non si riproporrà un grande invaso con quelle caratteristiche e comunque è evidente che la gestione dei rifiuti va di pari passo e deve contemplare la raccolta differenziata e il trattamento meccanico biologico». L'impianto di Pizzo del Prete inoltre, secondo quanto dichiarato dalla stessa Polverini in un'intervista al Messaggero il 30 giugno, dovrebbe produrre il biogas.
Legambiente Lazio ha espresso perplessità sulle ultime decisioni della presidente Polverini: «Rincorrendo le possibili localizzazioni non si va da nessuna parte, sui rifiuti serve una politica pubblica seria e rigorosa, che non rincorra le esigenze dei privati, ma governi il settore puntando davvero su riduzione, riuso e riciclaggio e dando certezze», sottolinea Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. «Serve un grande coinvolgimento degli enti locali al contrario di quanto abbiamo visto finora, l'esatto contrario dell'anelato commissariamento, e un serio piani rifiuti che non preveda tutto e il contrario di tutto. Servono azioni concrete e finanziate, non si può compilare un libro dei sogni e prevedere pure un “piano B” fatto di discariche e inceneritori, se non si raggiungessero gli obiettivi fissati. I decreti di questi giorni ci preoccupano, dal luglio 2010 la Regione ha chiesto di attivare le unità di tritovagliatura a Malagrotta e di far marciare a pieno ritmo gli impianti di trattamento meccanico biologico autorizzati tra il 1999 e il 2002. Perchè ora dovrebbero funzionare davvero?», conclude la Avenali.
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