Usa, il cambiamento climatico si studia nei parchi urbani
Al via, in un parco cittadino alla periferia di Philadelphia, un progetto pilota che punta a sensibilizzare gli americani sul riscaldamento globale. L'iniziativa mostra le conseguenze del climate change sugli ecosistemi dei giardini metropolitani
29 June, 2011
Possono i parchi urbani rappresentare la sede adatta per educare i cittadini al cambiamento climatico? Gli americani, evidentemente, ne sono convinti, e hanno lanciato un progetto che prevede proprio l'impiego dei giardini pubblici come strumenti di informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul grande tema del riscaldamento globale. L'iniziativa sperimentale, in corso a Philadelphia, è il frutto di una collaborazione tra la National oceanic and atmospheric administration (Noaa) e la American public gardens association (Apga), intenzionate a “sfruttare” l'abitudine, molto radicata tra gli statunitensi, di frequentare le aree verdi cittadine. Secondo le stime, infatti, ogni anno sono circa 70 milioni i cittadini americani che visitano almeno una volta un parco pubblico.
A loro si rivolge dunque il progetto pilota in corso ai Longwood gardens, popolari giardini situati alla periferia di Philadelphia. L'idea è semplice: spiegare ai visitatori le conseguenze del cambiamento climatico, mostrando gli effetti che il global warming sta avendo proprio sugli ecosistemi dei parchi urbani. Le mutazioni del clima, infatti, stanno modificando sensibilmente gli equilibri ecologici di tutte le aree naturali, incluse dunque quelle metropolitane. «Nel corso degli ultimi 150 anni – spiega Paul Redman, direttore dei Longwood gardens, la fioritura delle piante è avvenuta sempre più precocemente, e precisamente si è anticipata di un giorno ogni dieci anni». Questa ed altre alterazioni sono illustrate nella mostra allestita nel parco, ai quali Redman ha ufficialmente invitato i responsabili delle altre aree verdi del Paese, con la speranza che decidano di replicare l'iniziativa in altri Stati. L'obiettivo del progetto è dunque quello di far comprendere agli americani che, se il cambiamento climatico influisce sui parchi delle città, che sono ambienti controllati e in un certo senso artificiali, può avere conseguenze ben più devastanti sulle aree naturali selvagge.