Manovra, giallo sulle rinnovabili. Nuove voci di tagli agli incentivi, ma Prestigiacomo e Romani smentiscono
Torna a circolare, tra gli addetti ai lavori, la voce insistente di un reinserimento a sorpresa dei tagli alle rinnovabili nel testo della manovra finanziaria. Ma i ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo garantiscono che nel provvedimento trasmesso al Quirinale non c'è traccia di nuove decurtazioni
04 July, 2011
Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo è stata la prima a smentire ufficialmente la voce secondo cui i nuovi tagli agli incentivi per le rinnovabili sarebbero stati reintrodotti in extremis nel testo della manovra finanziaria approvata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri. «Non mi risulta – si legge in una nota diramata dal ministro - che nel testo della “manovra” inviato al Quirinale sia stata reintrodotta la norma che prevede il taglio del 30% di incentivi e agevolazioni relative alle forniture di energia elettrica». Subito dopo, anche il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha assicurato che «Nel testo definitivo della manovra finanziaria inviato al Quirinale non c'è nessun taglio degli incentivi per le energie rinnovabili».
L'emendamento a cui fanno riferimento Prestigiacomo e Romani era stato proposto dal ministro Roberto Calderoli e prevedeva tagli ad alcune voci della bolletta elettrica, a cominciare, appunto, dai sussidi per le fonti rinnovabili. La proposta era stata poi stralciata dal testo della manovra proprio per esplicita volontà del collega Paolo Romani, ma nelle ultime ore si è diffusa sempre più insistente la voce di un “reinserimento in extremis” nel provvedimento prima del suo invio al Colle. Tanto da indurre l'associazione Asso Energie Future a lanciare un sarcastico comunicato di protesta, in cui si sostiene che paradossalmente la proposta di Calderoli, annullando il Quarto conto energia, avrebbe potuto migliorare la situazione delle rinnovabili.
Poco dopo, dunque, la smentita ufficiala del ministro Prestigiacomo, seguita a ruota dalle parole di Romani, che ha precisato che il Cdm di venerdì scorso «ha eliminato dal testo la riduzione del 30% di tutte le agevolazioni e incentivi» che gravano sugli oneri di sistema presenti nelle bollette di elettricità e gas. «Un taglio - ha aggiunto il ministro dello Sviluppo Economico - che, come ho avuto modo di esporre nella seduta del Consiglio, non avrebbe portato benefici alla collettività, incidendo solo per un 3% sul totale del costo». Di qui la decisione di stralciare l'emendamento, che tra l'altro, sottolinea ancora Romani, «avrebbe comportato l'eliminazione di agevolazioni alle famiglie numerose e alle classi meno abbienti, mettendo inoltre a rischio il funzionamento di impianti strategici per la gestione dell'emergenza rifiuti».
Le parole dei due esponenti del governo, comunque, non sono bastate a zittire le voci di un "colpo di mano" sul testo della manovra, e c'è ancora chi giura che l'emendamento della discordia è presente nel documento inviato al Quirinale. Questo, nel dettaglio, il paragrafo che potrebbe essere stato reinserito all'ultimo momento nel provvedimento: «Allo scopo di ridurre il costo finale dell’energia per i consumatori e le imprese a decorrere dal 1 gennaio 2012, tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale previsti da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30% rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010». Dovrebbe essere proprio il ministero dello Sviluppo, su proposta dell’Autorità per l’energia, a rideterminare entro 90 giorni l’entità di incentivi e agevolazioni.
Secondo il Kyoto Club, intanto, «il solo annuncio di misure di questo tipo, dopo che si era raggiunto un delicato equilibrio con il quarto conto energia per il fotovoltaico, è micidiale per il settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica e per la credibilità del sistema Italia a livello internazionale». Anche Legambiente dà per certo l'emendamento taglia-incentivi, e definisce l'atteggiamento del governo «un accanimento senza precedenti e una miopia gravissima». L'associazione ironizza inoltre sulla smentita della Prestigiacomo, chiedendosi «quale testo abbia letto il ministro, che si ostina a dichiarare il contrario». Martedì 5 luglio, comunque, è prevista la conferenza stampa del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ma la sensazione, in ogni caso, è che la vicenda riserverà altri colpi di scena.
Il comunicato stampa di Asso Energie Future
Il comunicato stampa del Kyoto Club
Il comunicato stampa di Legambiente