Rifiuti, a Fiumicino continuano le proteste
Sabato 9 luglio è stata un'altra giornata di mobilitazione contro la discarica di Pizzo del Prete e l'inceneritore di Palidoro. Oltre 2.000 cittadini hanno protestato sulla via Aurelia, a Torrimpietra
11 July, 2011
Non si ferma la protesta i cittadini di Fiumicino e dei comuni vicini contro la realizzazione di una discarica a Pizzo del Prete e l’ipotesi di un inceneritore a Palidoro. Sabato 9 luglio, più di 2.000 persone hanno manifestato a Torrimpietra, sulla via Aurelia, con una quindicina di trattori e mezzi agricoli, tre pony ed un carrettino trainato da un asinello, con a bordo tanti bambini. E poi tanti striscioni: "Giù le mani dalla nostra terra", "Si alla raccolta porta a porta", "No all'inceneritore". La mobilitazione, in corso ormai da quattro settimane, è guidata dal comitato Rifiuti zero Fiumicino, che riunisce cittadini, realtà agricole, associazioni e comitati di Fiumicino, Cerveteri, Ladispoli, Anguillara e Bracciano. Presente anche il consigliere con la delega all’Ambiente del comune di Riano, dove gli abitanti stanno lottando contro la discarica temporanea di Pian dell’Olmo.
«La raccolta firme è già oltre 9000 e prosegue. Ribadiamo lo stato di mobilitazione permanente dei cittadini delle zone che subirebbero i nefasti effetti degli ipotizzati discarica e inceneritore. Solo l'inversione del ciclo industriale dei rifiuti laziali e romani in particolare può risolvere la situazione di prossima emergenza, determinata dall'inerzia delle istituzioni locali in materia di avvio della raccolta differenziata porta a porta estesa e spinta in tutto il Lazio e di mancata realizzazione di impianti di riciclo e compostaggio», fanno sapere dal comitato, che ha anche realizzato un video sulla discarica di Peccioli, in provincia di Pisa, citata più volte come modello per la gestione dei rifiuti in Lazio dalla Polverini.
Presente alla manifestazione anche Legambiente Lazio: «Basta discariche, serve piuttosto un concreto e attuabile piano di raccolta differenziata porta a porta, riduzione, riuso e riciclo di materie prime, ma soprattutto la convinzione per realizzarlo. Per chiudere la vecchia Malagrotta ed evitarne una nuova, al di fuori di qualsiasi sciagurato commissariamento, le istituzioni devono intraprendere una nuova politica in materia di rifiuti, ben diversa dal progetto Alemanno - Polverini, “cassonetto-discarica-inceneritore”».