D'Alessio sull'abolizione delle Province: «Cominciamo dalle Città metropolitane»
Eco dalle Città ha intervistato l'ex presidente di Agenda 21 Locale a proposito dell'ipotesi di abolire gli enti provinciali. D'Alessio riconosce che la prospettiva sarebbe interessante, ma di difficile applicazione. Il processo, in ogni caso, richiederebbe tempi medio-lunghi e potrebbe partire abolendo solo le Province in cui dovrebbero nascere le Città metropolitane
11 July, 2011
«Il ragionamento è interessante, ma bisogna fare molta attenzione alla ridistribuzione delle competenze, che è un processo che richiede tempo». È l'opinione di Emilio D'Alessio, ex presidente del Coordinamento Agende 21 Locali italiane, sulla proposta di abolizione delle Province discussa e bocciata nei giorni scorsi dal Parlamento, sul quale Eco dalle Città lo ha intervistato.
Qual è la sua opinione a proposito della possibilità di abolire gli enti intermedi?
Sicuramente è una proposta interessante, ma al di là degli slogan e delle parole facili, la questione non può essere risolta nell'immediato. Il processo, invece, va impostato nel medio termine, ben sapendo che non basterà una sola legislatura per riuscire a concluderlo e sperando nella capacità dei governi che si succederanno negli anni di portare a termine quanto avviato da chi li ha preceduti. Un fatto, quest'ultimo, per niente scontato nel nostro Paese.
Come potrebbero essere ridistribuite le competenze che ora spettano alle Province?
Prima di tutto, si potrebbe partire istituendo le Città metropolitane già decretate (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Trieste, Reggio Calabria, Roma, Venezia, ndr) e cancellando i corrispondenti enti provinciali. Nel frattempo, inoltre, le Regioni devono rifarsi carico delle deleghe che hanno negli anni affidato alle Province, a partire da quelle in materia ambientale. Penso ad esempio alla mia regione, le Marche, dove anche la Valutazione di impatto ambientale e le autorizzazioni per gli impianti di energia rinnovabile sono demandate alle amministrazioni provinciali.
Ha citato un esempio di competenza nel settore ambientale: quali sono le principali funzioni in questo settore che spettano attualmente alle Province?
Ce ne sono molte, ma le principali riguardano i controlli in campo ambientale e gli aspetti urbanistici, come l'approvazione dei Piani, delle Varianti, etc. Anche il censimento delle risorse idriche è di solito affidato agli enti provinciali.
Anche i Comuni potrebbero avere un ruolo nella riassegnazione delle competenze, come ipotizzato dall'ex presidente Anci Chiamparino?
Si potrebbe anche pensare di coinvolgere i Comuni, ma in effetti le Province si collocano di solito su un grado superiore, dal punto di vista amministrativo. Un tentativo, comunque, varrebbe la fena farlo.