Nuovo piano dei Rifiuti, Nicastro: “Terminata l’emergenza. Alle istituzioni ora gestire la quotidianità”
Seconda conferenza programmatica del piano di gestione dei rifiuti della Regione Puglia. La tre giorni, per comprendere lo stato dell’arte dei rifiuti urbani, definirà la gestione ordinaria della raccolta, del riciclaggio e dell’incenerimento. Dal 1 gennaio 2012 gli ATO avranno delimitazione provinciale
11 July, 2011
La prima giornata dei lavori è stata aperta dall’assessore alla qualità all’ambiente Lorenzo Nicastro. Sin dal principio l’assessore ha voluto considerare l’obiettivo principale della conferenza, cioè la redazione del piano di gestione dei rifiuti urbani all’interno della procedura di valutazione ambientale strategica. “La prima conferenza – ha dichiarato Nicastro – si è tenuta l'anno scorso. Adesso si tratta di elaborare una strategia complessiva di gestione, da elaborare in modo compartecipato e scientifico”.
Così come è emerso già nella prima conferenza, per Nicastro e la sua equipe, la rottura con il passato è rappresentata dalla redazione del piano in maniera aperta e partecipata in netto contrasto con il precedente modus operandi. “Il piano precedente – ha continuato l’assessore - proveniva da un organo monocratico, il commissario delegato per l'emergenza rifiuti. Oggi, siamo usciti dalla fase emergenziale, e torna al territorio e alle istituzioni elette il compito di gestire la quotidianità. Il piano che sarà discusso qui, poi, passerà nelle competenti commissioni consiliari e poi al Consiglio”.
“Il dato politico principale – ha poi concluso – è proprio quello della compartecipazione, per la sostenibilità ambientale, per arrivare a un corretto ciclo dei rifiuti. Perchè la sostenibilità ambientale si lega a quella sociale. Nel gestire questa materia infatti non si può non fare attenzione al futuro per non sbagliare: dobbiamo stare attenti a cosa lasceremo a chi verrà dopo, alle prossime generazioni”.
Riguardo all’inquadramento delle proposte di pianificazione d’ambito e il loro avvio unitario nelle procedure di Valutazione Ambientale Strategica ai fini della redazione del piano dei rifiuti, Eco dalle Città ha intervistato Antonietta Riccio la dirigente regionale Ufficio Gestione Rifiuti .
Che fine faranno tutti i Piani d’Ambito che sono stati redatti dai quindici Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) della Puglia? Confluiranno nel nuovo piano?
Sono stati tre gli anni di sviluppo di questa pianificazione. I piani d’ambito sono partiti in forma organica per la loro redazione nel 2008 (quando il Testo Unico Ambientale del 2006 prevedeva una pianificazione d’ambito) e gli ambiti ottimali, ormai organizzati in forma giuridica perché erano diventati dei consorzi, hanno cominciato a svolgere le loro funzioni precipue, tra cui quella della redazione del Piano d’Ambito. Di questi lavori non verrà assolutamente lasciato nulla ma, come abbiamo presentato stasera, questi piani verranno armonizzati, in percorsi nuovi di valutazione.
A cosa si riferisce?
L’art 31 della legge regionale di attuazione del bilancio 2011, che da una risposta a ciò che prescrive la legge 42/2010, ha previsto il ridimensionamento degli ATO. Da 15 a 6. Avranno un nuovo livello di delimitazione e di perimetrazione. I nuovi ATO, così come ha previsto il consiglio regionale, saranno provinciali. Se in una provincia, ad esempio, ci sono due ATO (si pensi quella di Brindisi o di Taranto) va da sé che dalla armonizzazione dei due piani degli ATO verranno fuori delle necessità impiantistiche che risponderanno a dei fabbisogni. Laddove i singoli Piani hanno modificato i reali bisogni e hanno individuato l'impiantistica atta a rispondere agli stessi, l'armonizzazione dei piani, nel piano d'ambito provinciale, è sostanzialmente una fusione dei piani d'amibiti originari.
Nei casi negativi, l'analisi su base provinciale potendo produrre più soluzioni diversificate consentirà di superare le difficoltà del percorso di pianificazione a livello locale.
Aspetti positivi da rilevare?
Ovviamente l’analisi a livello provinciale permette qualche considerazione in più. Permette di evitare di creare dotazione impiantistica in esubero laddove non già realizzata. Permette di dimensionare adeguatamente gli impianti da realizzare.
Dunque è plausibile, a questo punto, che gli impianti dell’ATO BA4 (Altamura) e FG1 (Vieste) potrebbero rimanere sulla carta?
I Pda di BA4 e FG1 sono proprio un valido esempio di quanto precedentemente detto. La difficoltà di individuare percorsi autonomi e autosufficienti nella gestione dei rifiuti a livello di ambito come precedentement individuato, troverà più probabile risposta nell'ambito di una pianificazione territoriale più ampia, dove sono già presenti impianti che a regime saranno sovradimensionati rispetto ai flussi, e ciò con riferimento agli impainti di biostabilizzazione e alle discariche di servizio/soccorso.
In riferimento alla FoRSu [umido], la dimensione impiantistica che risponde ai fabbisogni è quella provinciale. E' quella più idoena ad avere costi di investimento contenuti e costi di esercizio ridotti. E' chiaro inoltre che laddove le autorità (per fortuna pochissime) non sono state in grado di produrre alcun documentario di pianificazione fruibile, il piano regionale provvederà
Cosa accadrà dal 1 gennaio 2012?
Ci sarà un Ambito Ottimale per ogni provincia, all’interno del quale avrà potere una sola Autorità (Ad’A). Le competenze specifiche verranno stabilite strada facendo.
Quando è prevista la chiusura del Piano?
Deve coincidere con la data del 1 gennaio 2012. La regione Puglia si augura così.