Piano nazionale sull'efficienza energetica, il parere del Kyoto Club
L'associazione ha inviato al ministero dello Sviluppo Economico il proprio parere sul Piano d’azione nazionale per l’efficienza energetica (Paee 2011). Secondo il Kyoto Club, il Piano è lontano dagli obiettivi 2020
15 July, 2011
Il Kyoto Club ha inviato al Ministero dello Sviluppo Economico il proprio parere sul Piano d’Azione nazionale per l’Efficienza Energetica (PAEE 2011), evidenziando come tale documento preveda risparmi al 2020 che consentirebbero di ridurre i consumi di 16 Mtep (vedi allegato), ma che, al fine di raggiungere i livelli di consumo utilizzati come riferimento nel Piano d’Azione Nazionale per le rinnovabili (PAN), mancherebbero ancora all’appello altri 12 Mtep. Dunque, Kyoto Club fa notare che occorre ancora uno sforzo rilevante, pari al 75% dei risultati previsti. Secondo l'associazione, la carenza principale del PAEE 2011 risiede nel fatto che mancano gli elementi che dovrebbero caratterizzare un Piano d’azione e cioè: la definizione delle aree di intervento al 2020, l’analisi dei risultati attesi, la presentazione degli strumenti necessari a raggiungere gli obiettivi e i relativi costi. I risultati previsti per il 2016, e a maggior ragione per il 2020, sono da considerarsi al momento ipotetici, visto che non sono sostenuti e conformi ad un quadro normativo certo e strutturale.
Queste, in sintesi, le proposte del Kyoto Club volte a rendere più fattibili, e anzi incrementare, gli obiettivi indicati nel Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica:
- Innalzamento a 14 Mtep al 2020 degli obiettivi di risparmio per i distributori di energia elettrica e il gas, al momento limitati a 6 Mtep al 2012 e potenziamento dello strumento dei certificati bianchi su livelli superiori rispetto a quelli indicati nelle proposte di aggiornamento proposte dall’Autorità dell’Energia.
- Prolungamento, rendendola strutturale, della misura della detrazione fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica dell’edilizia che hanno consentito di effettuare oltre un milione di interventi negli ultimi anni.
- Lancio di un piano straordinario di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica che preveda un rinnovo annuo del 3% della superficie degli edifici di proprietà delle istituzioni, con il possibile coinvolgimento delle Esco.
- Riduzione del 30% del livello massimo dei consumi energetici unitari nei nuovi edifici a partire dal 2015 in coerenza con l’obbiettivo europeo di avere le nuove costruzioni con consumi quasi azzerati a partire dal 2021.
- Sblocco del Fondo rotativo di 600 milioni di € per raggiungere gli obiettivi di Kyoto previsto dalla legge finanziaria del 2007 e mai attivato, oltre all’utilizzo dei fondi dell’European Energy Efficiency Fund.
- Previsione di misure a favore dei consumatori che adottano tecnologie per il risparmio energetico ed offrono "Negawatts", vale a dire l'energia potenzialmente risparmiata, alle reti nei momenti di punta, in alternativa alla costruzione di nuove centrali a fonti fossili.