Tutti contro i tagli. Il futuro è insostenibile
Ambientalisti, imprenditori e sindacati criticano le riduzioni agli sgravi per l’efficienza energetica. Schiavello (Fillea-Cgil): «Colpo fatale all’asse portante di un nuovo modello di sviluppo» - da Terra del 15.07.2011
18 July, 2011
Diego Carmignani
Tra i vari suicidi presenti nella Manovra finanziaria firmata Tremonti, passato sotto traccia per il macroscopico attacco al welfare, c’è un colpo di grazia al vitale e indispensabile settore green economy, con i tagli alle agevolazioni fiscali per l’efficienza energetica degli edifici. Nel maxiemendamento, approvato ieri anche dal secondo ramo del Parlamento, si perpetra infatti la riduzione lineare delle agevolazioni fiscali previste dall’ordinamento nazionale, del 5 per cento per il 2013 e del 20 a partire dal 2014, su tutti 483 gli sgravi, con l’obiettivo di recuperare 20 miliardi di euro. Tra queste, anche quelle riguardanti gli interventi di efficienza energetica edile, con il risultato di mettere in ginocchio aziende e operatori di un campo centrale per le azioni strategiche sul fronte ambientale, con la diminuzione delle emissioni di CO2, e su quello dello sviluppo economico di medio e lungo termine. Con il taglio a regime del 20 per cento, l’attuale detrazione del 55 per cento per gli interventi finalizzati all’efficientamento energetico passerà al 44. Mentre quella del 36 per cento sulle ristrutturazioni scenderà al 28,8. Un incentivo trasformato in disincentivo - per via del costo superiore delle soluzioni sostenibili -, che annulla quanto di buono fatto nei quattro anni di esistenza delle agevolazioni.
Secondo un calcolo dell’Enea, infatti, gli investimenti complessivi sono arrivati a 11,1 miliardi di euro, con un costo per lo Stato di 6,1 miliardi e un beneficio economico di ritorno pari a circa 10 miliardi. Tutto compromesso. «Si tratta dell’ennesima manovra che assesta un colpo fatale su un settore già provata da tre anni di crisi senza precedenti – sottolinea a Terra Walter Schiavello, segretario nazionale di Fillea-Cgil –, perché nella manovra non solo c’è solo la riproposizone di tagli agli investimenti, ma anche un aggravamento delle spese per i comuni: al di là del Patto di stabilità, si tagliano pesantemente i trasferimenti e si compromettono i servizi. Il governo continua a non investire in quei settori che rappresentano gli assi portanti di un modello di sviluppo che ci permetterebbe di uscire dalla crisi: rinnovabili, efficienza energica e innovazione. Il discorso vale sia per quello che c’era ed è stato ridotto, sia per quello che non c’è ancora ma che si stava sviluppando». Anche l’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, ha espresso tutta la sua contrarietà alle nuove disposizioni governative che piombano come una scure su imprenditori, lavoratori e, in generale, sulle prospettive di tutto il Paese.
Una marcia indietro preoccupante sul piano nazionale e sovranazionale, come spiega Mariagrazia Midulla, responsabile energia e clima Wwf: «Tagliare sull’efficienza energetica, proprio mentre si sta per presentare un nuovo Piano nazionale per l’efficienza all’Unione europea e ci si appresta a varare, finalmente, una Strategia energetica nazionale è miope e privo di capacità di guardare al futuro». In questo scenario incredibilmente lontano dalla direzione europea, si dimenticano completamente gli obiettivi per rinnovabili ed efficienza energetica, da soddisfare entro il 2020. Scaduto ieri il termine per l’invio di un parere sul secondo Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica, l’associazione Kyoto Club ha inviato al ministero dello Sviluppo economico il proprio parere sul Paee 2011, evidenziando come nel documento siano previsti risparmi al 2020, ma che, al fine di raggiungere i livelli di consumo utilizzati come riferimento nel Piano d’azione Nazionale per le rinnovabili (Pan), mancherebbero ancora altri 12 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio). Dunque, i propositi risultano solo ipotetici e, mancando ancora un quadro normativo certo e strutturale, l’organizzazione ha proposto la sua ricetta: puntare su certificati bianchi, detrazione fiscale e piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica. Un miraggio, considerando le news parlamentari.