Via libera ai rifiuti fuori regione? Consiglio di Stato sospende sentenza Tar del Lazio. On line il testo
Lunedì 18 luglio il Consiglio di Stato ha sospeso la decisione del Tar del Lazio, che aveva bloccato i trasferimenti dei rifiuti della Campania fuori dalla regione. Secondo il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il provvedimento dovrebbe avere degli effetti positivi e potrebbe, nel dibattito parlamentare sul decreto rifiuti, far venire meno la necessità del nulla osta. Il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, alla Camera: "Se non ci fosse stato il decreto legge, la pronuncia del Consiglio di Stato sarebbe stata risolutiva"
19 July, 2011
Il Consiglio di Stato ha sospeso la decisione del Tar del Lazio, che aveva bloccato i trasferimenti dei rifiuti della Campania fuori dalla regione. L’udienza per la trattazione del merito dell’appello è fissata al 6 dicembre 2011.
Nello specifico si tratta di una nuova puntata della vicenda Italcave-Regione Puglia. L'ordinanza del Consiglio di Stato sospende infatti la sentenza con cui il Tar del Lazio riconosceva la posizione della Regione Puglia che aveva emanato nel febbraio 2011 una diffida per bloccare i conferimenti di rifiuti campani nella discarica Italcave dopo una segnalazione dei carabinieri del NOE e le proteste delle associazioni ambientaliste che mettevano in luce presso la discarica Italcave conferimenti irregolari di rifiuti (al di fuori degli accordi sanciti dal protocollo d'intesa tra Regione Puglia e Campania) con camion provenienti dalla Campania che perdevano percolato generando cattivi odori. La sentenza del Tar del Lazio riesaminò la possibilità di smaltire i rifiuti fuori Regione arrivando alla conclusione che ciò non è possibile senza specifici e complessi accordi istituzionali.
A fine giugno il decreto rifiuti del governo. Secondo le nuove norme, la Campania può trattare i trasferimenti direttamente con le singole regioni. Il decreto prevede che la regione Campania, dopo aver siglato un accordo bilaterale, non debba poi passare per la conferenza unificata. Il decreto è attualmente in fase di dibattito parlamentare per la sua conversione in legge. Con l'ordinanza del Consiglio di Stato si aggiunge un altro tassello nella complicata vicenda dei conferimenti fuori regione.
La decisione del Consiglio di Stato è stata accolta favorevolmente dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che spera così di arginare il problema dei nulla osta da parte delle altre regioni al trasferimento dei rifiuti. «E' un buon provvedimento, perchè dovrebbe avere degli effetti positivi e potrebbe, nel dibattito parlamentare, far venire meno la necessità del nulla osta», ha commentato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Una decisione – sottolinea de Magistris – che in qualche modo va nella direzione di quello che stiamo facendo noi, cioè che si potrebbe pensare ad accordi diretti tra Comuni e città metropolitane che hanno un determinato numero di abitanti». L'accordo diretto tra le città aggiunge de Magistris, «ci consentirebbe di superare le resistenze che arrivano in queste ore. Ci attendiamo che il Parlamento scriva una pagina un po' più chiara ed efficiente rispetto al decreto legge».
Come già detto, in Parlamento si discute la conversione in legge del decreto rifiuti. Nel corso del dibattito parlamentare è intervenuto anche Domenico Zinzi, presidente della Provincia di Caserta e deputato UdC (che ha già manifestato la sua contrarietà al trasferimento dei rifiuti di Napoli nel territorio casertano).
Di seguito un estratto dell'intervento di Zinzi alla Camera: “(...) il Consiglio di Stato ha accolto l’appello cautelare e ha sospeso la sentenza del TAR Lazio, ritenendola evidentemente, sia pure in sede solo cautelare, errata e muovente da presupposti impropri.
Bene, se non ci fosse stato il decreto legge, la pronuncia del Consiglio di Stato sarebbe stata risolutiva. Invece, rischia di non esserlo, perché se il Parlamento converte il decreto legge così com’è, paradossalmente introduce con legge una nuova qualificazione dei rifiuti STIR: prima erano speciali (così il TAR Toscana, così il TAR Friuli Venezia Giulia, così ora il Consiglio di Stato), mentre ora, dopo la legge di conversione, diventerebbero urbani.
E scatterebbe quindi per essi il divieto di trasferimento fuori Regione, sia pure temperato dalla possibile, e limitata dal punto di vista temporale, eccezione di accordi interregionali.
Qualunque Regione potrebbe così opporre il proprio diniego ai conferimenti, e stavolta con la copertura di una legge del Parlamento.
Insomma, oltre al danno, la beffa.
La Campania sprofonderebbe in una crisi senza rimedio, in una spirale di paura, di disordini, di pericoli, in cui – nessuno si illuda – verrebbe trascinato l’intero paese.
Per questo, il Parlamento ha il dovere di prendere atto dell’ordinanza del Consiglio di Stato.
Non solo, deve prendere atto, altresì, di quanto stabilito dal diritto comunitario, e segnatamente dalla decisione della Commissione 2000/532/CE del 3 maggio 2000, secondo cui i rifiuti il cui codice identificativo a sei cifre inizia con 19 sono rifiuti speciali, mentre quelli il cui codice identificativo a sei cifre inizia con 20 sono rifiuti urbani.
Vi chiedo, dunque, alla luce di quel che precede, di non convertire l’art. 1, comma 1, del decreto legge oggetto della presente discussione, o, in alternativa, di riformularlo con norma di interpretazione autentica che espressamente qualifichi i rifiuti derivanti da operazioni di tritovagliatura con codice CER 19.12.12 come rifiuti speciali non pericolosi, così come ha puntualizzato la giurisprudenza amministrativa e come inequivocabilmente stabilisce la normativa comunitaria”.