Bando dei sacchetti di plastica: parere contrario dalla Commissione Europea
Il bando italiano dei sacchetti di plastica non biodegradabili non è piaciuto alla Commissione Europea, né per i modi né per il contenuto: ad aprile arrivò il primo avviso di mora per la mancata notifica alla Commissione, e ora spunta una nuova comunicazione da Bruxelles: pollice verso anche per i contenuti del divieto. Si attende ora una risposta dall’Italia
20 July, 2011
Alla Commissione Europea il bando dei sacchetti voluto dal Ministero dell’Ambiente italiano non è piaciuto: prima per la mancata notifica, di cui avevamo già scritto, e ora per il contenuto in sé.
Dopo la prima comunicazione inviata dal Commissario dell’Ambiente Janez Potocnik, in cui si sollecitava il Ministro Prestigiacomo ad inviare a Bruxelles la bozza del decreto – già entrato in vigore, ma in assenza di sanzioni e regolamenti attuativi – il Ministero ne ha da poco ricevuta un’altra, passata tuttavia sotto silenzio.
La conferma del parere negativo espresso da Bruxelles ci è stata data dall’ufficio stampa del Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, che non ha tuttavia potuto diffondere documenti e comunicazioni poiché “la discussione fra le due parti è ancora in corso”.
Non è ancora dato conoscere con esattezza le ragioni che hanno indotto la Commissione a esprimere un parere negativo sul bando italiano. Potrebbe essere a causa di una violazione del libero mercato, per incompatibilità con le direttive europee che regolano gli imballaggi o per il fatto che al programma di adattamento progressivo previsto in origine dalla L.206/06 non è mai stato dato inizio.
Non va dimenticato il precedente francese: nel 2006 l'opposizione della Commissione indusse la Francia a ritirare un provvedimento molto simile, che non entrò mai in vigore.
Ad oggi gli esiti del dibattito non sono facili da prevedere e la Commissione “attende una risposta dal Ministero dell’Ambiente Italiano”.
Non solo la Commissione. Da mesi commercianti, distributori e produttori di sacchetti attendono di conoscere i regolamenti attuativi ancora mancanti,a più di sei mesi dalla diffusione del comunicato stampa che annunciava l'entrata in vigore del bando.
I punti chiave restano infatti ancora tutti da chiarire: che cosa il Ministero intenda esattamente per "biodegradabile" (Per ora si è sempre fatto riferimento alla normativa UNI EN 13:432, che tuttavia determina gli standard per la compostabilità e non la biodegradabilità); se i sacchetti prodotti con additivi saranno ammessi al commercio; se sarà indicato uno spessore minimo delle buste per poter essere considerate riutilizzabili; in quali sanzioni incorreranno produttori e commercianti che non rispetteranno il divieto.