Assobioplastiche: "Per gli italiani boom delle sporte, seguite dai sacchetti biodegradabili"
Secondo un sondaggio promosso dall'associazione e condotto dall'Ispo, il 93% degli italiani conosce la legge che ha messo al bando i sacchetti di plastica e il 75% usa la borsa di stoffa per portare la spesa
21 July, 2011
Più di 9 italiani su 10 sanno che dal gennaio 2011 sono stati messi al bando i classici sacchetti di plastica e circa 6 su 10 si dicono d'accordo in modo convinto con la legge, mentre il 75% degli intervistati dichiara di utilizzare la sporta di stoffa per fare la spesa. Sono questi i risultati principali di un sondaggio promosso da Assobioplastiche e realizzato da Ispo. L'indagine, ha spiegato il direttore dell'istituto Renato Mannheimer, è stata condotta su un campione rappresentativo di 800 italiani e tutti i dati hanno un margine di errore di 2,5 punti.
Primo aspetto interessante che emerge dall'indagine è l'elevato grado di conoscenza e l'atteggiamento favorevole verso la legge, anche se ancora rimangono diverse lacune informative sui sacchetti biodegradabili. La quasi totalità degli italiani (93%) è consapevole che dal 2011 non è più possibile commercializzare i classici sacchetti di plastica. Gli intervistati hanno manifestato un atteggiamento positivo nei confronti della normativa: circa 6 su 10 esprimono il loro consenso in modo convinto (i maggiori sostenitori del provvedimento sono le persone in età lavorativa, mentre i pensionati rimangono i più scettici). Oltre il 90% riconosce l’impegno nei confronti dell’ambiente, valutato come «grande e doveroso» e sufficiente a giustificare un’imposizione di legge.
L'89% sa che esiste una norma a cui i sacchetti devono conformarsi per essere definiti biodegradabili, mentre c’è meno certezza (60%) sul fatto che in commercio esistano materiali che si dichiarano tali pur non essendo conformi alla normativa europea. Né sono diffuse le informazioni sulle caratteristiche dei sacchetti in Mater-bi: se il 59% sa che sono fatti di materiale vegetale, solo il 48% sa che sono biodegradabili al 100% e poco più di un terzo (34%) sa che si sciolgono a contatto con l'acqua.
Tra le alternative delle vecchie borse di plastica, si osserva un boom delle sporte: le utilizza il 75% degli intervistati. Marginale l’uso abituale di sacchetti di carta (preferiti dai più anziani), mentre diffuso tra la maggior parte degli intervistati (54%) l'utilizzo frequente dei sacchetti biodegradabili. Circa 8 italiani su 10 ritengono che i sacchetti alla cassa del supermercato non si dovrebbero pagare (sia quelli tradizionali che i biodegradabili). Però la metà dichiara di essere disposto a spendere anche un po’ di più per l’acquisto di sacchetti biodegradabili piuttosto che di plastica, se giustificato da motivazioni di minore impatto ambientale. Gli italiani, poi, a stragrande maggioranza dicono no al ritorno dei vecchi sacchetti: l’83% degli intervistati, infatti, dichiara di non essere d’accordo ad un eventuale ritorno ai vecchi sacchetti di plastica. Viene riconosciuto dall’ampia maggioranza della popolazione l’aspetto innovativo dei sacchetti biodegradabili che permette un rapporto rispettoso dell’uomo verso l’ambiente.
In occasione della presentazione dell'indagine, Assobioplastiche ha anche approfittato per chiarire la propria posizione in merito ai sacchetti con gli additivi: «L'uso degli additivi permette di reintrodurre i sacchi di plastica nel mercato, “saltando” il divieto imposto dalla legge. In questa operazione c'è un uso ingiustificato del termine “biodegradabile”». «Se consideriamo i dati contenuti nell'ultimo rapporto Ispra sui rifiuti in Italia, appena pubblicato, abbiamo la conferma del valore di un provvedimento che mira a ridurre il fenomeno della contaminazione della frazione organica da avviare al compostaggio. Oggi si tratta di gran lunga della frazione più rilevante in termini di quantità di Rifiuti solidi urbani intercettata (3,7 milioni di tonnellate). Gli shopper in plastica, come sottolineato dal Cic (Consorzio Italiano Compostatori), rappresentano la principale fonte di contaminazione del compost e di costi aggiuntivi per separazione e smaltimento che ricadono sulle amministrazioni e gli enti gestori», ha spiegato il Presidente di Assobioplastiche, Marco Versari.
E proprio alla raccolta dei rifiuti organici è dedicata una sezione dell'indagine. Il 66% degli intervistati sa che i sacchetti biodegradabili si possono riutilizzare per l'umido. Se il 21% dichiara di risiedere in comuni dove non viene svolta la raccolta della frazione organica (soprattutto nel Centro e Sud Italia), nei restanti casi si nota comunque un atteggiamento virtuoso, visto che il 78% dei cittadini dichiara di partecipare. Più praticata la raccolta Porta a porta o condominiale, metodi diffusi soprattutto al Nord, rispetto al cassonetto stradale, che aumenta al crescere delle dimensioni delle città ed è comunque la modalità più seguita al Centro Italia.