Aper pubblica il Rapporto rinnovabili 2010-2011
L'associazione ha divulgato il report annuale con i dati sul livello di sviluppo raggiunto nel nostro Paese dalle fonti “green” e le prospettive per il futuro. Secondo il presidente Re Rebaudengo, l'Italia dovrebbe darsi obiettivi più ambiziosi per il 2020, soprattutto dopo il referendum sull'energia nucleare
26 July, 2011
L'Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili (Aper) ha pubblicato il “Rapporto rinnovabili 2010-2011. Situazione e prospettive delle fonti rinnovabili in Italia” (vedi allegato), contenente il punto della situazione per quanto riguarda lo sviluppo delle fonti alternative, i problemi esistenti e le prospettive per il futuro. Secondo il documento, la domanda nazionale lorda di energia elettrica (circa 326 TWh) è stata soddisfatta dalle fonti rinnovabili per soli 75 Terawattora (TWh), dei quali oltre 40 provenienti dal cosiddetto “idroelettrico storico”, che, come rileva il presidente di Aper Agostino Re Rebaudengo nella lettera aperta che introduce il report, non è ulteriormente espandibile.
L'associazione, dunque, auspica uno sviluppo decisamente maggiore del settore delle rinnovabili “pure”, soprattutto in virtù dell'esito del referendum anti-nucleare. La quota che nel mix energetico nazionale era affidata all'atomo, ovvero il 24% del fabbisogno lordo complessivo, dovrebbe, secondo Re Rebaudengo, essere ora ridistribuita tra le diverse fonti “low carbon”. «A tal fine – si legge nella lettera del presidente di Aper - auspichiamo che (nel 2020, ndr) 52 TWh vengano prodotti dalle rinnovabili, che così contribuirebbero al mix elettrico annuo per 150 TWh (pari al 40%) e i restanti 38 TWh provengano dalle fonti fossili (possibilmente termoelettrico “ambientalizzato”) che contribuirebbero così per 225 TWh (pari al 60%)».
Una sfida che, considerando la situazione di partenza, appare davvero molto impegnativa, come ammette lo stesso Re Rebaudengo. «Il raggiungimento degli obiettivi previsti al 2020 rappresenta una sfida per lo sviluppo del nostro paese – scrive il presidente dell'associazione - Passare da 35 TWh di energia da fonti rinnovabili a 110 TWh in soli 10 anni rappresenta un’importante opportunità di sviluppo, occupazione, ricerca e indipendenza energetica, che potrà ridare una grande spinta all’economia italiana».