Rifiuti, il Tar autorizza gli invii fuori provincia, ma serve certificazione dell'Arpac
Il Tribunale amministrativo ha parzialmente accolto il ricorso dei presidenti delle Province di Avellino e Caserta, chiedendo che prima dei trasferimenti l'Arpa Campania attesti l'impossibilità delle discariche napoletane di accogliere altri rifiuti. Continuano, intanto, gli invii in Toscana, Liguria ed Emilia Romagna, mentre è scontro tra Caldoro e Zaia sul continuo rifiuto del Veneto di accettare la spazzatura di Napoli
03 August, 2011
Sì al trasferimento dei rifiuti napoletani fuori provincia, ma solo a determinate condizioni. Il Tar del Lazio, a cui si erano appellati i presidenti delle Province di Avellino e Caserta, ha stabilito che la spazzatura di Napoli potrà essere smaltita negli impianti di Savignano Irpino (Av) e San Tammaro (Ce), ma solo se l'Arpa Campania certificherà con «precise attestazioni» lo stato delle discariche napoletane di Terzigno e Chiaiano. In pratica, dovrà essere l'Arpac, e non la Sapna (la società che gestisce il ciclo dei rifiuti nel napoletano) a dichiarare pieni i due invasi, dando di fatto il via ai trasferimenti fuori provincia. Il Tribunale amministrativo, inoltre, ha chiesto che siano «documentate esaustivamente le iniziative in atto dell'amministrazione regionale per arrivare alla gestione ordinaria dei rifiuti nelle province di Napoli e Salerno». La documentazione dovrà essere prodotta dalla Regione Campania entro il prossimo 31 agosto.
Il Tar del Lazio, in definitiva, pur avendo sostanzialmente accolto il ricorso, non sospende l'ordinanza del governatore Caldoro, che disponeva lo smaltimento di 400 tonnellate di rifiuti al giorno nelle due discariche extra-provinciali. Nonostante questo, la sentenza è stata accolta con soddisfazione dall'amministrazione irpina. «Il presidente del Tar ha bloccato l'uso strumentale e sistematico dei provvedimenti straordinari – ha commentato il legale della Provincia di Avellino, Giancarlo Viglione - È una vittoria del diritto a salvaguardia del territorio, le ordinanze sono provvedimenti eccezionali, si può ricorrere ad esse solo dopo aver assunto tutte le iniziative per una gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti». Appresi i contenuti del pronunciamento del Tar, il presidente della Provincia di Avellino, Cosimo Sibilia, ha chiesto all'Arpac di provvedere immediatamente al controllo delle discariche di Terzigno e di Chiaiano, prima che altri rifiuti napoletani vengano trasferiti negli impianti di San Tammaro e Savignano Irpino. Parallelamente al “gioco” dei ricorsi, intanto, proseguono comunque gli invii nelle province limitrofe, e in particolare agli Stir di Casalduni (Benevento), Santa Maria Capua Vetere (Caserta), e di Pianodardine (Avellino).
Anche per questo, secondo l'Ufficio flussi della Regione Campania, nella giornata di ieri è stato possibile conferire nei vari impianti 1.500 tonnellate di immondizia napoletana, più altre 2.300 provenienti dai comuni della Provincia (a fronte delle 1.800 prodotte). A permettere di tirare il fiato sono stati soprattutto i trasferimenti extraregionali: 300 tonnellate al giorno vengono inviate in Toscana, 100 in Emilia Romagna e 200 direttamente in Liguria. Nel mese di luglio, da quando cioè sono partiti i necessari nulla osta e gli accordi con la Campania, queste tre regioni hanno accolto circa 5.200 tonnellate di immondizia partenopea. Irremovibile, invece, il governatore veneto Luca Zaia, che in occasione della manifestazione CortinaIncontra ha ribadito il suo fermo “no” ai trasferimenti di rifiuti dalla Campania. «Ai napoletani io dico che la partita si risolve soltanto attraverso la raccolta differenziata - ha dichiarato il governatore - e noi ben volentieri mettiamo a disposizione uomini e conoscenze». A motivare il suo diniego, la convinzione di Zaia che da Napoli arriverebbero camion di immondizia tal quale. Un timore che neanche le rassicurazioni di Caldoro («si tratterebbe di rifiuti trattati») sono bastate a scalfire. Dal canto suo, il presidente della Regione Campania, pur precisando di non volere «imporre niente a nessuno», ha paventato l'ipotesi che di fronte ai rifiuti delle regioni del nord, la Campania possa attivarsi per bloccare gli arrivi di rifiuti industriali, che «viaggiano verso il sud senza vincoli».