Preferenziali aperte alle moto, conclusa la sperimentazione. Legambiente: «Un fallimento»
Terminata, a Roma, la sperimentazione trimestrale che consentiva alle moto di utilizzare alcuni tratti delle corsie preferenziali cittadine. Un provvedimento fallimentare, secondo l'associazione ambientalista, che chiede al Campidoglio più mezzi pubblici e corsie protette
03 August, 2011
«Fallimentare». Così Legambiente Lazio definisce la sperimentazione trimestrale, appena conclusa, dell'uso delle corsie preferenziali di Roma da parte delle moto. L'iniziativa era partita lo scorso 2 maggio, con quattro corsie preferenziali messe a disposizione dei centauri dal sindaco Alemanno. In realtà, denuncia l'associazione «si trattava di qualche decina di metri a Lungotevere Sangallo, viale Marconi, via Cristoforo Colombo e largo di Torre Argentina, ma comunque pericolose per il principio di apertura ai veicoli privati di quei pochi luoghi destinati al trasporto pubblico». Per questo, secondo Legambiente, il bilancio della sperimentazione «è tutt'altro che positivo: utilizzo pari quasi a zero, ostacoli comunque al trasporto pubblico protetto nella Capitale, pericoli per i motociclisti nel transito misto».
Si sarebbe trattato, dunque, soltanto di un «provvedimento inutile e di facciata», da archiviare ora che la fase sperimentale è giunta al termine. Per Legambiente, infatti, sarebbe meglio occuparsi di altre difficoltà con cui devono confrontarsi tutti i giorni i motociclisti romani: le buche, la sicurezza stradale e i parcheggi mancanti. «È ora di smetterla con queste politiche alla giornata del sindaco, che a giorni alterni una volta regala uova e un'altra fa il direttore dei lavori delle piazze da pedonalizzare - è il duro commento di Cristiana Avenali, direttrice dell'associazione - Viene spontaneo chiedersi quand'è che il primo cittadino si dedicherà effettivamente al suo mandato». Quello che davvero servirebbe a Roma per migliorare la condizione della mobilità cittadina, secondo Legambiente, è un deciso potenziamento del trasporto pubblico nelle periferie, con corsie protette su tutte le consolari e le vie principali, come avviene nelle altre città europee. Bocciata, quindi, la condizione attuale che prevede una stessa corsia per mezzi di trasporto così diversi tra loro.
Per dimostrare il fallimento delle corsie preferenziali aperte alle moto, Legambiente Lazio ricorda i risultati di un monitoraggio effettuato nel maggio scorso. «Nonostante il traffico intenso – spiega l'associazione - in un'ora solo 6 motocicli erano passati nella corsia riservata ai mezzi pubblici a Largo Argentina, contro i 30 autobus e 18 taxi transitati nella stessa parte della carreggiata». Un vero e proprio flop, aggravato dello «scontento di tassisti, ciclisti e autisti degli autobus di linea, che a ragione temevano ulteriori disagi per il traffico già pesantemente congestionato e un forte aumento del rischio di incidenti».
«Per fortuna i centauri hanno evitato di mettersi in pericolo nelle poche corsie riservate al mezzo pubblico – conclude Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – e anche questo provvedimento del sindaco Alemanno si è rivelato del tutto demagogico». Nella Capitale le corsie preferenziali si estendono per appena 120 chilometri su una rete per i mezzi pubblici di 2.180 chilometri, pari quindi al il 5,5% del totale. Il 28% delle corsie, inoltre, non protetto da cordoli.