Patto dei sindaci, l'adesione di Venezia: Co2 ridotta del 20% entro il 2020
La città lagunare ha presentato la propria adesione all'iniziativa europea del Patto dei Sindaci, impegnandosi a ridurre di un quinto, rispetto ai livelli del 2005, le proprie emissioni di gas serra nell'arco dei prossimi dieci anni. Entro un anno, Venezia dovrà predisporre il proprio Piano di azione per l'energia sostenibile
03 August, 2011
Ridurre del 20%, rispetto ai valori del 2005, le emissione di Co2 entro il 2020. È l'obiettivo della città di Venezia, che ha deciso di aderire al Patto dei Sindaci, l'iniziativa su base volontaria dell'Unione europea che punta a migliorare la qualità dell'aria, aumentare il risparmio energetico, favorire l'utilizzo di fonti rinnovabili. Il progetto è stato illustrato in una conferenza stampa al Municipio di Mestre, a cui hanno preso parte, tra gli altri, l'assessore comunale all'Ambiente e Città sostenibile, Gianfranco Bettin, la dirigente del Settore Tutela dell'aria e fonti di energia del Comune, Anna Bressan, il dirigente di Agire (l'Agenzia veneziana per l'energia), Simone Tola.
«Aderendo al Patto - ha spiegato Bettin - il Comune intende fare un nuovo salto di qualità per limitare l'inquinamento e promuovere sempre più l'utilizzo di energia pulita e rinnovabile. Il nostro è un territorio in cui sicuramente c'è ancora da lavorare molto, vista la presenza di una zona industriale come Porto Marghera, e di arterie viarie molto trafficate, ma che presenta anche varie carte importanti da giocare: una fascia “verde”, che va dal vallone Moranzani ai boschi di Tessera, e una “azzurra”, ovvero la laguna di Venezia, che sono già di per sé importanti risorse per favorire il riequilibrio ambientale». Il Patto dei Sindaci, a cui hanno già aderito importanti città europee, come Francoforte, Helsinki, Barcellona, Monaco e le nostre Torino e Genova, prevede, come primo atto, la predisposizione, entro un anno, del Seap, ovvero del Piano di azione per l'energia sostenibile, in cui da un lato viene fotografata la situazione esistente (che nel caso del Comune di Venezia è stata fissata per l'anno 2005) e dall'altro le misure concrete che saranno attuate per arrivare a ridurre la CO2 emessa del 20% entro il 2020.
«Settori d'azione privilegiati - ha ricordato Anna Bressan - saranno quelli dell'edilizia (è ad esempio prevista, nel prossimo regolamento comunale, l'introduzione di norme atte a favorire la costruzione di edifici a risparmio energetico), del terziario, dei trasporti (aumento delle linee del tram, delle piste ciclabili e pedonali)». Ogni due anni il Comune dovrà poi presentare all'Ue un rapporto sull'attuazione del Piano. Solo così potrà continuare ad avere la possibilità di accedere ai finanziamenti europei previsti per questo progetto, alcuni già operativi, come il fondo Elena, e altri in arrivo.