Energia, Iea: nel 2060 il sole coprirà metà della domanda mondiale
Diffuse le prime anticipazioni sul prossimo report della International energy agency: tra 50 anni le fonti fossili potrebbero essere sostanzialmente sparite, grazie al contributo di fotovoltaico e solare a concentrazione. Anche le altre fonti rinnovabili sono destinate a crescere notevolmente
30 August, 2011
Le fonti rinnovabili riusciranno a soddisfare la “sete” elettrica mondiale nel 2060, con il fotovoltaico a fare la parte del leone. È lo scenario immaginato dalla Iea (International energy agency), secondo la quale tra 50 anni sarà l'energia solare a fornire gran parte dell'elettricità globale, con il resto del fabbisogno soddisfatto dalle restanti fonti di energia rinnovabile. Quanto alle fonti fossili, saranno sostanzialmente eliminate, con una drastica riduzione dei gas a effetto serra e i benefici immaginabili sulla salute del clima. A dominare il panorama della produzione energetica del 2060 insieme ai moduli fotovoltaici saranno, secondo la Iea, gli impianti a concentrazione solare. La combinazione di queste due tecnologie dovrebbe assicurare la metà del fabbisogno elettrico mondiale, mentre eolico, biomasse e idroelettrico potrebbero completare la copertura.
Non calerà, invece, la domanda elettrica, che anzi secondo gli analisti è destinata ad aumentare. «Servirà molta più energia elettrica di oggi – ha dichiarato al magazine finanziario Bloomberg Cedric Philibert, analista senior per le energie rinnovabili dell’Iea - ma la maggior parte sarà prodotta con le tecnologie solari». Le stime dell'Agenzia energetica internazionale saranno presto pubblicate in un dossier in cui saranno tracciati i nuovi scenari al 2060. Secondo l'analisi, anche i settori del trasporto e del riscaldamento domestico abbandoneranno progressivamente le fonti fossili, per passare a quelle a basso tenore di carbonio. «In questo modo - ha concliso Philibert - le emissioni di anidride carbonica passeranno dalle 30 miliardi di tonnellate all'anno del 2011 a soli 3 miliardi di tonnellate nel 2060».