Ises Italia: la Robin tax sulle rinnovabili metterà in ginocchio le aziende
L'associazione chiede al governo di rivedere la norma che prevede l'estensione dell'Ires sui redditi d'impresa alle aziende del comparto energetico, rinnovabili incluse. Secondo il presidente Zorzoli, la misura rischia di mettere in seria difficoltà le imprese già provate dai tagli del Quarto conto energia
30 August, 2011
Una misura iniqua e pericolosa. Così il presidente di Ises Italia, GB Zorzoli, definisce l'estensione della Robin tax a tutte le aziende energetiche con fatturato annuo superiore ai 10 milioni, incluse quelle del comparto delle rinnovabili. «Questa tassa, che pare sia stata confermata nelle nuove proposte del Governo definite il 29 agosto, è particolarmente iniqua – scrive Zorzoli in una nota ufficiale – e colpisce un settore industriale già colpito non più di cinque mesi fa con il taglio del 22% del valore dei Certificati verdi e con il decreto sul Quarto conto energia che ha significativamente ridotto gli incentivi per il fotovoltaico».
Quella di Ises non è l'unica voce di protesta che si è levata negli ultimi giorni contro la misura varata dal governo. Anche i sindacati di categoria, la Confindustria e l'Aeeg hanno espresso sul provvedimento pareri fortemente sfavorevoli. I dubbi riguardano soprattutto le conseguenze che l'applicazione dell'imposta potrebbe determinare sul prezzo dell'energia, oltre naturalmente al timore che possa mettere in ginocchio aziende già provate dai recenti tagli agli incentivi. Proprio questa, in effetti, rappresenta la principale preoccupazione di Ises Italia. «La nuova imposizione fiscale, se verrà confermata, è destinata a mettere in serie difficoltà le aziende già oggi proprietarie di impianti a energie rinnovabili in esercizio – aggiunge Zorzoli - e soprattutto rischia di rallentare il processo di sviluppo di nuovi progetti, con gravi ripercussioni per il nostro paese sotto il profilo ambientale, economico e sociale».
Per questo l'associazione chiede ai decisori politici di correre ai ripari, stralciando il provvedimento dalla manovra bis. «.Ises Italia – conclude la nota del presidente - chiede pertanto a tutte le forze politiche e a tutti i gruppi parlamentari un intervento teso a eliminare l’applicazione di questo balzello per tutti i produttori di energia».