Anche Federutility contro la Robin tax: «Il governo ci ripensi»
La federazione delle aziende dei servizi pubblici locali si scaglia contro la misura varata dal governo, che prevede l'applicazione dell'Ires alle aziende del settore energetico. Secondo Federutility, la misura potrebbe compromettere gli investimenti futuri e mettere in crisi le imprese
31 August, 2011
Continuano le polemiche sulla Robin tax, che il governo ha deciso di estendere a tutte le imprese produttrici e trasportatrici di energia (incluse quindi quelle del settore delle rinnovabili) con ricavi annui superiori ai 10 milioni di euro. Stavolta a levarsi è la voce di Federutility, la federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori gas, acqua e, appunto, energia elettrica. «La tassa – ha dichiarato il direttore dell'associazione Adolfo Spaziani - mette a rischio gli investimenti nel settore nella distribuzione elettrica, proprio mentre il paese ne ha più bisogno per sviluppare le rinnovabili». Il timore, condiviso da altre associazioni del settore, è che il provvedimento possa mettere definitivamente in crisi aziende già provate dai recenti tagli agli incentivi per l'energia “verde”.
«Quando la Robin tax è stata introdotta nel 2008 - osserva Spaziani - si voleva colpire la speculazione, ma ora il settore è in sofferenza, con conseguente rischio per la possibilità dei soggetti che hanno investito di rimborsare i finanziamenti». Per questo, Federutility chiede senza mezzi termini che la norma venga cancellata dalla manovra bis, o che, almeno, venga modificata in maniera tale da ridurre gli impatti sulle imprese del settore energetico. Un possibile compromesso, secondo la federazione, potrebbe essere quello di estendere il provvedimento anche ad altre categorie, una soluzione già ventilata da altri soggetti.