Napoli: il Punto sui rifiuti. Intervista a Raphael Rossi, presidente Asìa
Napoli dopo la crisi. In via di definizione i contratti per i trasferimenti di rifiuti via mare verso diversi Paesi del Nord Europa (non solo Olanda). A settembre il via all’estensione del porta a porta: a “macchia d’olio” per evitare il “turismo dei rifiuti”. Intervista di Eco dalle Città a Raphael Rossi, presidente Asìa (Azienda Servizi Igiene Ambientale)
31 August, 2011
Il mese di agosto ha visto Napoli ripulita dall’immondizia per strada. Negli ultimi giorni c’è stata qualche polemica sull’attribuzione dei meriti. Come sono andate le cose?
La crisi non era dovuta ad un sistema o ad un problema di raccolta, era dovuta ad un problema di conferimenti. Questi conferimenti sono stati più celeri durante l’estate e soprattutto vi è stata una minore produzione, il che ha permesso di liberare la città dai rifiuti.
A settembre dovrebbero iniziare i trasferimenti di rifiuti via mare verso l’Olanda. Sono previsti anche altri trasferimenti?
Napoli è una grande città portuale quindi ha previsto un metodo di trasferimento dei rifiuti economico e meno impattante dal punto di vista ambientale che è quello di utilizzare il proprio porto. Per utilizzare il proprio porto sono previsti trasferimenti verso diversi Paesi del Nord Europa e non vi è un Paese solo. Vi sono in definizione più contratti e tutti che hanno il denominatore comune di avere la possibilità di trasportare via mare. Poi nel frattempo la Provincia a sua volta per le attività ordinarie ha altri contratti per il trasporto via terra in altre regioni italiane.
A settembre partirà l’estensione della raccolta differenziata porta a porta a Napoli. Da una nostra indagine sulla raccolta differenziata a Bagnoli, quartiere già servito dalla raccolta domiciliare che registra buoni risultati, abbiamo però evidenziato un fenomeno che abbiamo denominato “turismo dei rifiuti”: cittadini che non fanno la differenziata e che per buttare la spazzatura non utilizzano i contenitori del porta a porta ma si spostano in altri quartieri serviti con raccolta stradale. A lei risulta questo fenomeno? Se sì, come pensate di evitare che si ripetano questi episodi?
In passato la raccolta porta a porta aveva il limite di interessare zone piuttosto limitate, infatti il caso di Bagnoli è specifico: se guarda sul sito dell’Asìa vedrà una raccolta differenziata al 95%, che non è plausibile e che è dovuta proprio al fenomeno che lei diceva. Qual è il motivo? Il motivo è che il lotto di avviamento del porta a porta è troppo piccolo quindi i cittadini rischiano di continuare ad utilizzare i cassonetti che vi sono nelle adiacenze. Noi rimedieremo a questo proseguendo su tutte le nostre estensioni non più a macchia di leopardo ma a macchia d’olio cioè per territori contigui.
Cosa bisognerebbe ancora fare affinché Napoli diventi autosufficiente nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani?
Sviluppare la raccolta differenziata. Vi è un deficit di capacità ricettiva nel sistema campano ma è dovuto al fatto che c’è poca raccolta differenziata.
1 commenti
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31.08.2011 14:08
gli ambientalisti sono ipocritamente soddisfatti? I rifiuti se bruciati lontano non fanno morire di cancro nessuno. Se bruciano in Italia pare la fine del mondo