Robin tax, il governo ci ripensa?
Vista la pioggia di critiche e il parere sfavorevole dell'Aeeg, il governo potrebbe riconsiderare la norma che prevede l'estensione della tassa sui redditi di imposta a tutte le aziende del settore elettrico. La misura potrebbe essere spalmata anche su altri comparti, permettendo alle rinnovabili di continuare a godere dell'esenzione
31 August, 2011
Dopo il dietrofront su altre voci della manovra d'agosto, il governo potrebbe tornare sui suoi passi anche per quanto riguarda l'estensione dell'Ires al (solo) comparto di produzione e distribuzione dell'elettricità. Secondo indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore, infatti, in commissione Industria del Senato sembrerebbe essersi affacciata una proposta alternativa, che prevede l'estensione della Robin tax anche ad altri settori diversi da quello energetico. Si tratterebbe, in sostanza, di applicare l'Ires a tutti i soggetti titolari di concessioni, dagli aeroporti ai servizi pubblici locali, fino alle autostrade. In questo modo, moltiplicando i soggetti tassabili, sarebbe possibile ottenere lo stesso aumento di gettito fiscale incrementando l'imposta solo del 2%, a fronte del 4% previsto nella prima stesura della manovra-bis.
Non solo. Secondo Enzo Ghigo, relatore del provvedimento in commissione, l'allargamento delle categorie interessate, e quindi delle nuove entrate fiscali, potrebbe permettere di mantenere in vigore l'esenzione per il settore rinnovabili. L'allargamento della misura a tutte le società concessionarie, con l'esclusione delle imprese del settore delle energie rinnovabili, in realtà, era stato già suggerito da alcune associazioni di categoria e da diversi esponenti del Partito Democratico, oltre che dalla stessa Autorità per l'energia elettrica e il gas, che nei giorni scorsi ha offerto al governo la propria disponibilità per la ricerca di un “piano b”. Proprio la sonora bocciatura della “nuova” Robin tax da parte dell'Aeeg sarebbe, secondo il Sole 24 Ore, alla base della decisione di Palazzo Chigi di riconsiderare il provvedimento.
In attesa di ulteriori colpi di scena, intanto, anche l'associazione Asso energia future (Aef) ha aspramente criticato l'inserimento in manovra della misura che prevede l'estensione dell'Ires a tutte le aziende del comparto elettrico, incluso il settore rinnovabili. «Solo a maggio – ha tuonato Massimo Sapienza, presidente dell'associazione - è stato definito il cosiddetto Quarto conto energia, che tagliava in corsa gli incentivi per il fotovoltaico, mentre a marzo erano state già falcidiate le risorse destinate all'eolico. Ora arriva la batosta finale, quella che rischia di mettere totalmente fuori mercato le rinnovabili». Secondo il dirigente di Aef, quella del governo è una decisione paradossale, dal momento che le energie verdi rappresentano «un settore che a livello mondiale continua ad essere un catalizzatore per gli investimenti». Di qui la richiesta all'esecutivo di tornare sui propri passi, che ora potrebbe effettivamente essere stata accolta.