Gse: nel 2010 dalle rinnovabili il 35% dell'elettricità immessa nella rete nazionale
Pubblicati dal Gestore dei servizi energetici i dati relativi al mix nazionale per l'anno 2010. Le fonti rinnovabili fanno registrare un aumento di quasi due punti percentuali rispetto all'anno precedente. Resta forte il gas, calano i prodotti petroliferi e il nucleare
09 September, 2011
L'energia rinnovabile ha rappresentato il 35,2% del totale immesso nella rete elettrica italiana nel 2010. Lo ha reso noto il Gse (Gestore dei servizi energetici), precisando che nel conteggio sono incluse le importazioni di elettricità “verde” dall'estero. La parte del leone (43,1%) spetta ancora al gas naturale, ed è ancora significativo il ruolo del carbone, che arriva quasi al 13%. Molto inferiori le percentuali di energia elettrica ricavata da prodotti petroliferi (1,7%) e nucleare (1,2%, evidentemente tutto di provenienza estera). Rispetto all'anno precedente, il contributo delle rinnovabili al mix energetico nazionale risulta aumentato di quasi due punti percentuali. Nel 2009, infatti, il “peso” delle fonti a basso tenore di carbonio non andava oltre il 33,5%, anche se per il calcolo delle quote erano stati utilizzati dati di partenza differenti.
È lo stesso Gestore a precisarlo, spiegando che nel 2009 «sono state utilizzate le informazioni disponibili nell’ambito della “Statistica annuale della produzione e del consumo di energia elettrica in Italia”». I dati relativi all'ultimo anno, invece, sono stati ricavati a partire dalle informazioni trasmesse dai produttori al Gse, dalle cifre a disposizione dello stesso Gestore a proposito degli impianti di produzione convenzionati Cip 6 e da quelle relative agli impianti di produzione operanti in regime di scambio sul posto. Per quanto riguarda invece l’energia rinnovabile importata, fanno fede le Garanzie di origine estere rilasciate nei Paesi di produzione dagli organismi preposti.
Il risultato, in ogni caso, è abbastanza positivo, anche se non garantisce l'avvicinamento agli obiettivi assunti dall'Italia in sede europea. Il target Ue, infatti, impone al nostro Paese di raggiungere entro il 2020 una quota di energia rinnovabile pari al 17% del consumo nazionale lordo, ma include anche l'energia termica e quella per il comparto dei trasporti (due voci escluse dal bilancio del Gse). Per quanto riguarda le importazioni dall'estero, inoltre, il “pacchetto clima” comunitario prevede che siano conteggiate solo quelle provenienti da Paesi con cui siano in corso dei progetti comuni. Il calcolo degli obiettivi al 2020, infine, tiene conto anche delle perdite di rete e dell'energia consumata sul luogo della produzione, che corrispondono grosso modo a un altro 6-7% della produzione totale. Quella diffusa dal Gestore dei servizi energetici, insomma, è sicuramente una buona notizia, ma il target del “pacchetto clima” è ancora lontano.