Il Giappone punta tutto sulle rinnovabili
Il premier nipponico Yoshihiko Noda, fresco di elezione, ha annunciato una vera e propria rivoluzione nella politica energetica del Giappone: il peso del nucleare nel mix nazionale dovrà calare progressivamente, con un grosso incremento del ruolo delle rinnovabili da qui al 2030
13 September, 2011
La tragedia di Fukushima ha lasciato il segno. Il governo giapponese, ancora alle prese con le conseguenze del disastro nucleare del marzo scorso, ha deciso di diminuire drasticamente la dipendenza dall'energia nucleare puntando tutto sulle rinnovabili. Il neoeletto primo ministro Yoshihiko Noda, infatti, ha annunciato la sua volontà di rendere il Giappone un Paese leader nel settore delle fonti energetiche a basso tenore di carbonio. Subito dopo l'insediamento sulla poltrona di premier, Noba ha annunciato che entro l'estate del 2012 il governo nipponico metterà a punto una una nuova strategia energetica a lungo termine, finalizzata proprio a «ridurre il più possibile la parte di elettricità d'origine atomica». A compensare l'abbandono dell'atomo daranno chiamate le fonti rinnovabili, sulle quale il governo di Tokyo ha più volte dichiarato di volere investire risorse importanti.
«Entro l'estate prossima – ha promesso Noda - presenteremo un nuovo piano energetico relativo ai prossimi 20 anni, che ci permetterà, grazie alle nostre capacità tecniche, di creare una società basata su nuove energie». A far cambiare idea al governo giapponese, che fino all'anno scorso prevedeva di aumentare a oltre il 50% l'elettricità d'origine nucleare, non sono state solo le conseguenze sulla salute dell'incidente di Fukushima, ma anche considerazioni di carattere pratico e finanziario. A seguito del grave sisma che ha sconvolto il Paese, oltre 30 reattori su 54 sono stati spenti negli ultimi mesi, con gravi conseguenze nella regolarità della fornitura di energia elettrica. Il cambiamento di rotta, dunque, dovrebbe garantire al Giappone prima di tutto la sicurezza dell'approvvigionamento energetico Per riuscirci, il premier ha già annunciato «una riforma delle leggi e una politica di sostegno per l'adozione delle nuove energie». L'obiettivo finale? Fare del Giappone un modello su scala globale per il settore delle rinnovabili.