Ikea, spunta l’ipotesi dell’ex area Viberti
La mediazione di Cota potrebbe risolvere lo stallo - da La Stampa Torino del 23.09.2011. Antonio Saitta: "E’ positivo che Ikea valuti di insediarsi in aree del territorio già compromesse e non su terreni agricoli". Roberto Cota:"La nostra priorità è quella di aprire le porte a chi decide di venire in Piemonte a portare lavoro"
23 September, 2011
Giuseppe Legato e Alessandro Mondo
Un tavolo tecnico in Regione, convocato martedì, per riconsiderare la partita del nuovo centro vendita Ikea alla luce di soluzioni alternative: compresa «l’area ex-Viberti» nel territorio di Nichelino, forte di una superficie di 100 mila metri quadrati, la «new-entry» che potrebbe far quadrare il cerchio. Vi parteciperanno Regione, azienda e Comuni interessati: esclusa la Provincia, almeno in prima battuta.
Un incontro - quello avvenuto ieri tra Roberto Cota, il vicepresidente Cavallera, l’assessore al Commercio Casoni e i vertici di Ikea Italia - due notizie: l’azienda non smobilita; il boccino passa alla Regione, stretta fra il veto della Provincia sull’area di La Loggia e la volontà di salvaguardare tanto i nuovi posti di lavoro quanto le ricadute sull’indotto prospettate dalla struttura oggi sulla carta.
Nonostante le dichiarazioni battagliere rilasciate dalla multinazionale dopo il «no» di Antonio Saitta, puntellato dai vincoli del Piano territoriale di coordinamento della Provincia poi approvato dal Consiglio regionale, il colosso svedese accetta di guardarsi intorno. Una disponibilità che la Regione, dove la fermezza di Palazzo Cisterna nel difendere i terreni agricoli in quel di La Loggia ha suscitato un’insofferenza sempre più accentuata, coglie al volo: la posta in palio, beninteso, non sono soltanto le ricadute lavorative del centro-vendita previsto a La Loggia ma un altro complesso edilizio, sempre firmato da Ikea, nel Piemonte Orientale. L’incontro tra l’azienda e i fornitori piemontesi - fissato a fine settembre in via Avogadro, una delle sedi della Regione - dimostra l’attenzione al territorio e prefigura un’altra occasione di confronto.
Tre le condizioni poste dalla multinazionale per posare le valigie e sedersi al tavolo: certezza sulle procedure, quindi sui tempi; una metratura adeguata, confacente alle esigenze del nuovo centro vendita; la vicinanza di un casello che però non sia a pagamento. Tre le opzioni. La prima, ormai la più complessa, prevede il riesame della procedura che ha determinato lo stop di Saitta e un’eventuale «rivisitazione» del progetto di La Loggia per valutare la possibilità di coniugare le necessità di Ikea con i paletti della Provincia e, da ultimo, quelli della nuova legge regionale che dispone la moratoria di un anno per le grandi strutture di vendita (eccetto quelle previste su aree industriali dismesse).
Seconda: l’area di proprietà della società «Montepo», situata nella zona industriale al confine tra Moncalieri e Trofarello: il limite, in questo caso, è la superficie ridotta e la prossimità del casello di Vadò, che è a pagamento. Terza possibilità: l’area ex-Viberti, lo storico marchio confluito nella Compagnia Italiana Rimorchi, servita da uno svincolo senza pedaggio e in grado di offrire uno spazio considerevole. Un’area parzialmente dimessa, inserita nel progetto di riqualificazione «Nichelino 2010». Resta da capire come conciliare un’eventuale ingresso di Ikea con la presenza dello stabilimento che pur lavorando a singhiozzo, e con produzioni minime, resta il punto di riferimento dei 110 dipendenti in cassa integrazione da due anni.
Partita aperta. «La nostra priorità è aprire le porte a chi decide di insediarsi in Piemonte e portare lavoro - ha spiegato Cota dopo l’incontro con Lars Petersson, ad di Ikea Italia -: il tavolo tecnico si riunirà per capire se c’è la possibilità da parte di Ikea di trovare un altro sito a sud di Torino e al contempo si andrà a riesaminare con chiarezza tutta la procedura che ha portato allo stop sul sito di La Loggia». Il che non sembra preoccupare Palazzo Cisterna. «È positivo che Ikea discuta con la Regione l’ipotesi di insediarsi in aree industriali dismesse del territorio - commenta Saitta -. Non c'è mai stato da parte della Provincia un veto ad un secondo insediamento Ikea; perseguo invece una politica contro il consumo di suolo agricolo che anche la Regione condivide, avendo approvato il nostro piano di coordinamento territoriale».