Quattro morti di tumore: la Procura di Roma apre inchiesta su Malagrotta
L'ipotesi è di omicidio colposo. Aperto anche un altro fascicolo per lesioni gravi sulla base di decine di esposti. Parlati (Legambiente): Ma non si può spostare il problema altrove. Contro il Piano rifiuti, indetta nuova manifestazione a Riano per sabato 24 settembre
23 September, 2011
La Procura di Roma ha avviato un'inchiesta con l'ipotesi di omicidio colposo per stabilire se la morte di quattro persone, tra il 2008 e il 2010, sia stata provocata dalle esalazioni dell'impianto di smaltimento dei rifiuti di Malagrotta. Ma gli inquirenti non vogliono fare luce soltanto sul caso dei quattro residenti uccisi dal cancro, c'e' anche un altro fascicolo, per lesioni gravi, aperto sulla base di decine di esposti. Il cuore dell'indagine è la tragedia vissuta da quattro familiari negli ultimi tre anni. Drammi che hanno un denominatore comune: la morte è sopraggiunta in tempi molto brevi, a pochi mesi dalla diagnosi di cancro.
Secondo fonti della Procura, si tratterebbe di «cittadini che abitano vicino alla discarica e hanno denunciato di essersi ammalati di tumore a causa delle esalazioni. L'indagine è condotta dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e dal pubblico ministero Alberto Galanti che nei prossimi giorni dovrebbero disporre una consulenza epidemiologica per chiarire se esista un nesso casuale tra le patologie dei residenti e l'impianto di smaltimento di Malagrotta».
Per Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, l'apertura di un fascicolo per omicidio colposo da parte della Procura «conferma che la situazione a Malagrotta è grave e preoccupante». «In questi anni - continua Parlati - abbiamo lanciato con il Comitato di Malagrotta molti allarmi sull'impatto ambientale in quell'area, dove si concentrano impianti industriali che determinano significative emissioni. Oltre alle analisi fatte autonomamente, è stata poi l'ARPA Lazio a evidenziare dei valori ben al di fuori delle norme nelle acque, per alcuni importanti inquinanti, metalli pesanti soprattutto». Secondo l'associazione ambientalista, «serve una riduzione di quegli impatti, ma nemmeno si può pensare solo di spostare il problema altrove a Fiumicino, Riano o chissà dove. Il commissariamento, in tal senso, è ulteriormente dannoso, toglie responsabilità agli enti locali e rende impossibile il confronto con i cittadini su un tema così importante, restringendo i tempi e le modalità delle procedure».
Contro il nuovo piano delle discariche della Regione Lazio, il Comitato Rifiuti Zero Riano, con il sostegno di quello di Fiumicino, ha organizzato una manifestazione a Riano, cui aderirà anche Legambiente, attraverso la partecipazione del Circolo di Castelnuovo di Porto. «Dopo decenni nei quali a Roma e nel Lazio i rifiuti sono stati conferiti per oltre l'80% in discarica, sarebbero davvero nefasti gli effetti del nuovo piano regionale - afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Per superare Malagrotta non basta individuare numerosi siti per discariche e inceneritori, tra i quali quelli di Riano e Fiumicino, ma serve piuttosto una nuova strategia per la raccolta differenziata, la riduzione e il riuso, con azioni concrete e investimenti».