Incentivi sul fotovoltaico... tanta pazienza e determinazione
Non rientrano nelle spese detraibili al 55%. Non ci sono incentivi nazionali tranne i ricavi futuri col Conto Energia. Differenziati gli incentivi locali. Lente le procedure
29 January, 2009
La redazione di Eco dalle Città ha provato a fare la classica trafila di un singolo cittadino che vuole passare al fotovoltaico: andare sul sito della propria regione controllare i bandi e poi vedere se ci sono contributi a livello statale cumulabili con quelli comunali e provinciali.
Sballottati da un ente ad un altro, navigando tra i siti, siamo giunti alla conclusione che è difficile il fai da te anche per quanto riguarda l'avere maggiori informazioni.
"La soluzione migliore è contattare un esperto (ingegneri elettrici, architetti o geometri che hanno già avuto esperienza di efficienza energetica e calcoli energetici) - spiega l'architetto Giorgio Gallo, dell'Agenzia Energia e Ambiente di Torino - chiedere il consiglio di un esperto permette anche di non incorrere in fregature. Molte sono infatti le ditte che fanno impianti, ma non è detto che tutte siano davvero a norma, che facciano impianti ad hoc e che il miglior prezzo determini la migliore qualità".
Il problema, insomma, è che non esiste ancora una banca dati che unisca tutti i vari bandi di contributo e le agevolazione ed è necessario chiedere (pagando) a un professionista di fare al nostro posto il "lavoro sporco" nei meandri della burocrazia.
Il primo passo che si può fare in autonomia è contattare il comune di residenza e verificare la presenza di bandi e informarsi di altre iniziative della Provincia e della Regione.
"La questione è poi sostanzialmente politica- continua l'architetto Giorgio Gallo - per alcune amministrazioni è di competenza dell'Assessorato all'Industria per altre dell'Ambiente, a seconda che l'installazione del fotovoltaico venga considerato un processo a favore dell'ambiente o del risparmio economico."
Inoltre con l'autonomia data alle regioni molte decisioni prese a livello locale alle volte entrano in collisione con gli obiettivi di politica energetica europea e nazionale.
Comunque a livello statale l'unico contributo uguale per ogni cittadino è il "Conto energia". Il Conto Energia remunera, con apposite tariffe incentivanti, l’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni e prevede un incentivo in conto capitale successivo all'acquisto e proporzionato alla quantità di energia prodotta dall'impianto. In sostanza il principio che regge questo meccanismo consiste nell'incentivare la produzione elettrica e non l'installazione. Il proprietario dell'impianto fotovoltaico percepirà somme in modo continuativo, con cadenza tipicamente mensile, per i primi 20 anni di vita dell'impianto. Da ricordarsi che un impianto ha un ciclo di vita di circa 35 anni.
Il GSE (http://www.gse.it) è il soggetto attuatore che qualifica gli impianti fotovoltaici, eroga gli incentivi ed effettua attività di verifica.
Per quanto riguarda invece le iniziative di incentivo a livello locale esse non possono superare il 20% della cifra totale del costo dell'impianto e il contributo è solitamente erogato a lavori ultimati o comunque dopo la consegna delle prime fatture all'amministrazione.
Le modalità economiche e amministrative per l'istallazione degli impianti sono diverse e posso essere riassunte in tre macroformule:
- la vendita (l'impianto è costruito dall'ente erogante un bando e il cittadino versa una somma all'ente a seconda della grandezza e capacità dell'impianto),
- il leasing ( l'impianto viene costruito stipulando un leasing finanziario con Istituto bancario o una Società finanziaria convenzionata con il Comune o l'amministrazione che eroga il bando)
- la concessione tramite l'ESCO (con questa formula i promotori del bando si impegnano a realizzare l’impianto sostenendo tutte le spese d’investimento necessarie e recuperando tali spese mediante il trattenimento, per il periodo di venti anni, del contributo incentivante ovvero il Conto energia e delle eventuali maggiorazioni previste dall’art. 6 del D.M. 19.02.2007 ).
A incrementare le difficoltà sul passaggio a queste energie alternative sono inoltre i tempi burocratici che incidono non poco. Come ha dichiarato Gianni Chianetta, presidente di Assosolare in un'intervista uscita il 26 gennaio su ItaliaOggi7, ci vogliono "nove mesi per autorizzare un piccolo impianto e quasi un anno e mezzo per uno di taglia grande. Le differenti procedure amministrative regionali stanno causando notevoli rallentamenti nelle realizzazioni dei progetti aumentando la sfiducia".
Altro elemento che contribuisce alla confusione è il gran parlare che in questi giorni si è fatto sul dietro front del governo sugli incentivi concessi alle energie rinnovabili previsto dall'articolo 29 dell'ormai già famoso D.Lgs. anticrisi 185/08.
In realtà nulla di quanto detto riguarda gli incentivi del "Conto Energia" concessi agli impianti fotovoltaici.
La norma che fu predisposta dai Ministri Bersani e Pecoraro Scanio prevedeva l'opportunità di detrarre dalle dichiarazioni dei redditi il 55% delle spese sostenute, per interventi di riqualificazione energetica, come l'installazione di un pannello solare, ma questa detrazione non ha mai riguardato l'installazione di impianti fotovoltaici, i quali non godono e non hanno mai goduto della possibilità della detrazione fiscale.
Sono invece i Pannelli Solari Termici che godono quindi da sempre di un incentivo del tutto diverso rispetto a quello previsto per gli impianti fotovoltaici.