Detrazione del 55%, Aniem chiede di escludere l'edilizia post-bellica “senza pregio”
L' Associazione nazionale imprese edili chiede al Governo di prorogare l'agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione energetica, ma suggerisce di riservarla solo a immobili di valore storico o edifici di recente costruzione. Resterebbe escluso oltre il 70% dell'edilizia italiana, risalente al periodo compreso tra gli anni '50 e i primi anni '70
28 September, 2011
Riservare la detrazione Irpef del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica solo a determinate categorie di edifici, escludendo la maggior parte degli immobili italiani. È la richiesta di Aniem (Associazione nazionale imprese edili), secondo cui concedere l'agevolazione in modo generalizzato come è avvenuto finora fa perdere di efficacia il provvedimento. «Se il futuro sta nella rigenerazione degli asfittici sistemi urbani, riducendo il consumo del territorio e spingendo la riqualificazione attraverso la demolizione e ricostruzione – chiede il vicepresidente di Aniem, Lapo Borghi - che senso ha incentivare l’investimento in risparmio energetico in edifici che diversamente dovrebbero essere demoliti e che non garantiscono sicurezza dal punto di vista strutturale o impiantistico?».
Il riferimento è a quel 71% di edifici italiani che è stato costruito nel periodo compreso tra il secondo dopoguerra e l'inizio degli anni '70, che secondo l'associazione è sostanzialmente irrecuperabile, per quanto riguarda l'efficienza energetica. «Intervenire in modo generalizzato sulla riqualificazione energetica e sulle prestazioni termiche di immobili vecchi e irrimediabilmente energivori sarebbe invece insensato», si legge nel comunicato dell'Aniem. Di qui la proposta alternativa, che chiede in pratica di destinare la detrazione fiscale solo agli edifici di pregio situati nei centri storici, o a quelli non più vecchi di 20-30 anni, escludendo in sostanza tutta l’edilizia “senza pregio” risalente al secondo dopoguerra.
La maggiore selettività del bonus fiscale permetterebbe inoltre, secondo l'associazione, di scongiurare i tagli previsti dalla manovra finanziaria “bis”aniem, che stabilisce una riduzione dell'aliquota del del 5% nel 2012 e del 20% dal 2013, a meno che il Governo non riesca a varare la riforma fiscale entro il 30 settembre 2012. A restare fuori dall'incentivo, però, sarebbe appunto oltre il 70% dell'edilizia italiana. Nei giorni scorsi altre associazioni di categoria, a partire da Confindustria e R.Ete Imprese Italia, avevano chiesto al Governo di prorogare il bonus fiscale per le ristrutturazioni energetiche, senza distinzione tra le varie tipologie di immobili.