Efficienza energetica, De Santoli: «Ci farebbe risparmiare 6 miliardi di euro all'anno»
Fondamentale il ruolo degli enti locali per raggiungere gli obiettivi Ue 20-20-20: in mancanza di un Piano energetico nazionale, spetta alle città decidere le strategie per la lotta ai cambiamenti climatici
28 September, 2011
Per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione europea con la strategia 20-20-20, le città avranno un ruolo cruciale. È infatti agli enti territoriali che guarda il Patto dei sindaci, e in particolare proprio alle amministrazioni comunali, quelle più vicine ai problemi quotidiani del cittadino. Il patto conta oggi quasi 2.900 firmatari ed è il principale movimento europeo che coinvolge le autorità locali e regionali impegnate ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori.
Nel nostro Paese la sua importanza però è ancora maggiore: «In mancanza di un Piano energetico nazionale – chiarisce Angelo Consoli, presidente del Cetri (Circolo Europeo per la Terza Rivoluzione Industriale) e consigliere di Jeremy Rifkin – gli enti locali possono fare quello che non sta facendo il governo». E cioè «elaborare piani energetici locali, cercando di ottenere i finanziamenti della Banca europea degli investimenti. A Roma in particolare, dove gran parte delle emissioni derivano dal traffico, si dovrebbe puntare sulla mobilità sostenibile». L’occasione per il richiamo a tutti gli enti locali italiani è il convegno organizzato dalla Sapienza “Il Piano nazionale per l’efficienza energetica ed il ruolo delle città”. Il messaggio che gli organizzatori mandano al governo in modo non troppo velato è il seguente: «Basta tentennamenti, serve un Piano energetico nazionale. Invece di intralciare i Piani locali, il governo dovrebbe lavorare a una strategia energetica seria».
Livio De Santoli, docente dell’università la Sapienza e direttore del Centro di ricerca interdisciplinare Territorio edilizia restauro ambiente, snocciola tutta una serie di cifre su cui «chi fa le leggi dovrebbe riflettere». Una su tutte: con interventi di efficienza energetica, potremmo risparmiare in un anno, secondo Federutility, 6 miliardi di euro. Una cifra consistente, un tema da focalizzare meglio: «Serve un piano nazionale sul Solar cooling, tecnologia ad alta efficienza energetica, visto che produce freddo utilizzando l’energia termica», si spinge a chiedere Consoli.
Servirebbero poi, continua De Santoli, maggiori incentivi per il solare termico: «Abbiamo 1,7 GW installati e dobbiamo arrivare a 42 entro il 2020. Secondo Assolterm, potremmo avere 1 metro quadrato di pannelli per abitante, raggiungendo così l’autonomia». E poi c'è la questione delle biomasse, da incentivare anche perché molto economiche: «Un chilo di Co2 evitata all’anno con le biomasse costa 50 centesimi, con il fotovoltaico il costo sale a 8 euro». Così come andrebbero introdotti incentivi per la cogenerazione (impianti che producono sia energia elettrica che termica). Sottostimate, secondo il professore della Sapienza, anche le pompe di calore: «Potrebbero coprire fino al 25% della domanda, ma vanno rimosse le incongruenze legislative». All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di aziende di utilities e dei costruttori, tutti concordi sulla necessità di puntare su smart grid, efficienza energetica, rinnovabili.
Da Consoli anche un aggiornamento sulle future strategie europee: «Gli obiettivi riguarderanno un taglio delle emissioni tra l’80 e il 95% entro il 2050 e un investimento di 270 miliardi di euro in infrastrutture verdi, che frutterà 15 milioni di posti di lavoro e un ritorno di 410 miliardi. L’Ue calcola che, in mancanza di interventi per fermare i cambiamenti climatici, i costi saranno di 400 miliardi di euro».