Efficienza, Anci: l'Italia rischia di perdere 3 miliardi di fondi europei
L'allarme arriva dal delegato Anci alle Politiche abitative, Claudio Fantoni: entro la fine dell'anno potrebbero rimanere inutilizzati quasi 3 miliardi di euro, che a quel punto tornerebbero a Bruxelles. L'associazione suggerisce di utilizzarne almeno una parte per migliorare l'efficienza energetica nell'edilizia residenziale pubblica
28 September, 2011
L'Italia rischia di perdere 3 miliardi di fondi europei, che potrebbero rimanere inutilizzati, e quindi fare ritorno a Bruxelles, a causa «dell'inerzia delle Regioni in materia di efficienza energetica dell'edilizia pubblica». La denuncia arriva dall'Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani), per bocca del delegato dell'associazione alle Politiche abitative, nonché assessore alla Casa del Comune di Firenze, Claudio Fantoni. «Abbiamo impegni nelle regioni del Sud e in quelle del Nord non sufficienti a garantire di spendere le risorse destinate dall’Unione Europea al nostro Paese – dichiara - Il rischio che si corre alla fine di quest’anno e di perdere intorno ai due miliardi e 900mila euro». Ai quali, tra l'altro, si aggiungerebbero altri 2,7 miliardi di co-finanziamento statale che si potrebbe generare solo utilizzando i fondi della Comunità europea.
In totale, dunque, sarebbero ben 5,7 i miliardi di euro che rischiano di sfumare entro l'anno, in un settore, per giunta, in cui l'Italia ha un grande bisogno di interventi. «Visti gli impegni di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e quelli della nuova direttiva Ue sull'efficienza energetica – chiarisce Fantoni a questo proposito - meglio che l'edilizia pubblica corra ai ripari e usi i fondi Ue disponibili per tagliare i consumi di energia». Il problema, a quanto pare, è la mancanza di iniziative da parte delle amministrazioni Regionali, ancora più grave alla luce della bozza di nuova direttiva Ue sull'efficienza energetica, presentata a giugno dalla Commissione, che prevede per ogni Stato membro l'obbligo di ristrutturare almeno il 3% dell'edilizia pubblica all'anno.
«Il paradosso – aggiunge il delegato Anci - è che con il patrimonio di edilizia residenziale pubblica che richiede manutenzione, a prescindere dall'efficienza energetica, noi rischiamo di non sfruttare questa occasione». Una prima soluzione, secondo l'associazione dei comuni, sarebbe quella di utilizzare parte dei finanziamenti europei in progetti di efficientamento dell'edilizia residenziale pubblica. «Come tavolo tecnico Anci – precisa Fantoni – il primo invito a livello locale è sfruttare fino al 4% di fondi strutturali attualmente possibile per l'efficienza energetica residenziale pubblica». Interventi di questo tipo permetterebbero, oltre alla riduzione delle emissioni, un taglio delle bollette energetiche e un rilancio del settore edilizio paralizzato dalla crisi economica. Sempre per favorire la ripresa del comparto e aumentare l'efficienza energetica, tra l'altro, l'Anci propone di estendere le detrazioni fiscali del 55% anche al settore pubblico, allo scopo di «muovere un bel pezzo di economia a fronte di questa manovra depressiva». L'importante, in ogni caso, è evitare che i fondi Ue vadano persi. «È una scelta sbagliata non impiegare le risorse e perderle – conclude Fantoni - un’azione da irresponsabili, soprattutto in un periodo di crisi economica e di carenza di risorse dovute all’attuale manovra finanziaria».