Riscaldamento edifici comunali: Torino inquina meno riducendo i costi
Nel corso di una riunione tra le commissioni Ambiente e Bilancio del Comune di Torino, evidenziati i risultati ottenuti sostituendo il gasolio con forme di riscaldamento meno inquinanti (metano, teleriscaldamento e rinnovabili). nei prossimi mesi entrerà in funzione anche la centrale di cogenerazione delle Vallette, che ridurrà ulteriormente l'inquinamento
28 September, 2011
"Per riscaldare i 767 edifici di proprietà comunale (edifici sportivi, culturali, abitazioni, uffici, case di riposo), la Città di Torino spende ogni anno 21.867.029 euro. Ma se non fossero stati introdotti, dal 1996 ad oggi, programmi di metanizzazione e di teleriscaldamento, avrebbe speso circa 9 milioni in più". Lo ha dichiarato l’ingegner Gianpaolo Roscio di Iren, intervenuto nel corso di una riunione congiunta tra le commissioni Ambiente e Bilancio, presiedute rispettivamente da Marco Grimaldi e Alessandro Altamura.
Nel 1995, gli stabili erano riscaldati quasi completamente a gasolio, combustibile, oggi, quasi interamente sostituito dal metano (48%) e dal teleriscaldamento e, in minima quantità, da energie rinnovabili (complessivamente, le tre fonti raggiungono il 50%). Al risparmio economico corrisponde una riduzione dell’inquinamento: sono quasi completamente eliminate le emissioni di ossidi di zolfo (derivanti dalla combustione di gasolio), considerevolmente ridotte le emissioni di ossidi di azoto e di anidride carbonica (solo il 2%, attualmente, è dovuto alle emissioni da riscaldamento, mentre il traffico è responsabile della gran parte della produzione). Nel corso della prossima stagione invernale, inoltre, entrerà in funzione la centrale di cogenerazione delle Vallette, che servirà edifici comunali per complessivi 620.936 metri cubi.