Emissioni in aumento, colpa dei gadget elettronici?
Una ricerca inglese indica nella crescente “ossessione” per smarphone, tablet e altre apparecchiature elettroniche una delle cause della crescita globale delle emissioni di gas serra. Anche se l'efficienza dei dispositivi è sempre maggiore, il loro numero sempre crescente determina un consumo collettivo tutt'altro che trascurabile
03 October, 2011
Le emissioni di gas serra sono in aumento, in Italia come nel resto del mondo. I dati rilevati da diverse organizzazioni e dai centri di ricerca di mezzo Pianeta lo confermano. Dopo un calo dovuto probabilmente all'esplosione della crisi economica internazionale, nel 2010 le concentrazioni di gas climalteranti hanno ripreso ad aumentare. Su scala globale, la crescita dipende in larga parte dall'aumento del fabbisogno energetico dei Paesi emergenti, ma quali sono le cause dell'aumento nel mondo industrializzato? Uno dei fattori determinanti sarebbe, secondo il rapporto “ The Elephant in the living room” (vedi allegato), pubblicato dall’Energy saving trust, la diffusione crescente di smartphone, tablet e altri gadget elettronici, oltre a televisori e computer portatili.
Una vera e propria mania, quella per i dispositivi tecnologici, che, almeno nel Regno Unito, ha però determinato un aumento dei consumi energetici e, di conseguenza, delle emissioni di gas inquinanti. Tra il 1990 e il 2009, infatti, il numero di gadget elettronici e di elettrodomestici casalinghi della Gran Bretagna è aumentato di tre volte e mezzo, mentre il consumo elettrico legato ai piccoli apparecchi tecnologici è aumentato di oltre il 600% tra il 1970 e il 2009, nonostante l'avvento di dispositivi sempre più efficienti, lampadine a risparmio energetico ed elettrodomestici in classe A. «Siamo ossessionati dai gadget – ha dichiarato Owen Paula, autore del rapporto dell’Energy saving trust - invece in questi tempi austeri la gente dovrebbe pensare a ciò che compra, se ne ha davvero bisogno e come usarlo». Il problema, in altri termini, non è rappresentato dai consumi dei singoli dispositivi, che le norme internazionali e le esigenze finanziarie hanno reso sempre più contenuti, ma l'impatto complessivo del numero enorme di gadget in circolazione nel mondo industrializzato.
Il rischio, almeno per il Regno Unito, è che l'insana passione per l'elettronica finisca col vanificare gli sforzi degli Stati per la riduzione delle emissioni. Un pericolo che potrebbe correre anche l'Italia, dal momento che, secondo le ultime ricerche condotte da Nielsen e Ipsos MediaCT, nel 2010 circolavano nel Belpaese almeno 20 milioni di smartphone, con un tasso di crescita del 52% rispetto all'anno precedente. Vale a dire che un italiano su quattro, inclusi lattanti e anziani, ha stabilito di non poter vivere senza un cellulare di ultima generazione, di un tablet o magari di entrambi i dispositivi, ignorando le conseguenze “energetiche” di quella che ormai sembra essere una vera e propria ossessione. A confermarlo c'è un altro dato, questa volta su scala globale, piuttosto inquietante: ogni giorno, il tempo passato dagli utenti di tutto il mondo a giocare con Angry Birds (un videogame disponibile su Android e iPhone) corrisponde in media a circa 570 anni, secondo le stime della direzione marketing di Google. Sembra, in definitiva, che l'elettronica sia destinata ad occupare una parte sempre più importante nella nostra vita quotidiana. Ma come la mettiamo con le emissioni?