Torino: smog, rifiuti e dintorni. Intervista all'assessore all'Ambiente, Enzo Lavolta
Eco dalle Città a colloquio con l'assessore comunale all'Ambiente, Enzo Lavolta. I temi di attualità dell'ambiente urbano torinese: dai rifiuti allo smog, passando per la “città intelligente”
07 October, 2011
Elena Donà
Giuseppe Iasparra
Uno degli obiettivi del sindaco Fassino è l'aumento della raccolta differenziata a Torino. Dal 2009 è però fermo il piano previsto da Comune e Amiat per l'estensione progressiva del servizio di raccolta porta a porta a tutto il territorio cittadino comprendendo il centro città ad oggi escluso dal servizio. Quale strada pensate di percorrere per aumentare la percentuale di RD, attualmente al 42,4%?
Innanzitutto bisogna dire che l'incremento della raccolta differenziata non passa necessariamente dal porta a porta. La raccolta domicialiare necessita di significativi investimenti economici per essere estesa all'intero territorio cittadino. Noi vogliamo “insinuarci” comunque nel centro storico attraverso determinate categorie, partendo dalle utenze commerciali. Vorremmo farlo in modo agile con chi apre un nuovo esercizio dotando il punto vendita, attraverso il contratto di servizio Amiat, dei contenitori per il porta a porta.
Dobbiamo agire inoltre su due aspetti: un elemento qualitativo, perfezionando e potenziando i metodi di raccolta già attivati da Amiat. E bisogna inoltre lavorare a monte della produzione di rifiuti, agendo sul recupero merci e sul recupero dei pasti nelle mense scolastiche.
In base a quanto affermato da Legambiente e dal Comitato “Settimo non incenerire” torna alla ribalta l'ipotesi di un nuovo inceneritore a Settimo Torinese. Si tratterebbe di un impianto destinato a bruciare rifiuti speciali in cui potrebbero finire, secondo gli ambientalisti, anche i residui della depurazione delle acque reflue urbane Smat (prodotte presso l’impianto di Castiglione Torinese) e la parte residua degli rifiuti solidi$urbani dell'ATO-R. Qual è il suo punto di vista sull'ipotesi di un secondo inceneritore in Provincia di Torino?
Il Piano Provinciale Rifiuti prevede la localizzazione di due impianti. Oltre al Gerbido ne è previsto un altro nell'area ex-Pirelli di Settimo Torinese. La combinazione di questi due impianti dovrebbe soddisfare le esigenze del territorio provinciale. La novità è che sulla stessa area di Settimo è stata proposta la realizzazione di un impianto per rifiuti industriali. Ma questo vuol dire, nella migliore delle ipotesi, che passeranno almeno quattro anni solo per la fase di valutazione.
Ufficialmente il Comune di Torino non è stato ancora informato del progetto. Tuttavia non sono un fan degli inceneritori. Vi posso anticipare che io e i tecnici dell'Assessorato stiamo girando l'Italia e l'Europa per verificare ipotesi alternative all'incenerimento dei rifiuti.
Un bando del Comune di Torino mette all’asta tremila tonnellate di ramaglie. Secondo Firep, Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, saremmo di fronte a due tipologie di materiali: le potature e abbattimenti effettuati nei viali sono rifiuto, nei terreni boschivi di proprietà della Città sono biomasse. "Per rispettare i dettami del d.lgs.105 - sostiene la Fiper - l’Amministrazione dovrebbe distinguere le 2 tipologie di materiali". Lei cosa risponde?
I nostri uffici hanno precisato che si tratta, nella fattispecie, di troncame, e che dunque rientra nella categoria delle biomasse. Solo le troncature sono state messe a gara, e non gli sfalci e il fogliame. Dunque il problema non sussiste. Mi preme ricordare che grazie a questa iniziativa il Comune ha la possibilità di risparmiare 146.000 euro, che sarebbero stati spesi per il conferimento in discarica.
A Milano sono già scattati i primi blocchi del traffico, dopo 12 giorni di sforamenti consecutivi. Ma siamo sicuri che Torino sia messa tanto meglio? I dati dell'Arpa sono aggiornati con molto ritardo, ma i valori registrati dalla centralina Lingotto, che li fornisce in automatico, fanno pensare che altrove (Grassi e Consolata, per esempio) gli sforamenti potrebbero essere al livello di Milano. E' un'ipotesi corretta?
Lo smog a Torino esiste, questo è chiaro, ma per ora non siamo ai livelli di Milano, e i valori non si discostano più di tanto da quelli registrati nello stesso periodo lo scorso anno. Non sottovalutiamo il problema, però: il 15 ottobre si accenderanno i riscaldamenti e allora all'inquinamento causato dal traffico veicolare dovremo sommare l'inquinamento prodotto dagli impianti. Questo è un punto chiave, su cui stiamo lavorando molto, perché se sul traffico bisogna ragionare a livello più ampio - e infatti è già stato convocato un tavolo di discussione con Provincia e Regione per concordare i provvedimenti - l'efficientamento energetico degli edifici è un argomento di grande importanza per il Comune. Prendiamo il centro storico della città: ci sono interi palazzi riscaldati con impianti di vecchia generazione, che consumano e inquinano moltissimo. Bisogna stimolare i residenti ad avere un'attenzione particolare per i consumi, e non parlo solo di cittadini privati. Alcuni dei palazzi qui intorno sono sedi di compagnie e assicurazioni, alle quali a maggior ragione si può chiedere di investire nell'efficientamento, perché non bisogna mettere d'accordo tutti i condomini. Bisogna far capire a pubblico e privato che l'efficientamento è un grande investimento a lungo termine, per spendere e inquinare di meno.
Insomma, una Smart City...
Anche, certamente. L'idea di base di Smart City è individuare modelli e meccanismi virtuosi da applicare in tutta la città ed esportare altrove. Non solo finanziamenti dunque, ma anche buone pratiche e tecnologie avanzate, oltre alla consulenza degli esperti del settore. Ci sono tante opzioni che stiamo studiando e il teleriscaldamento rientra fra queste, nonostante alcuni problemi tecnici, come la distanza degli edifici del centro dalle centrali di cogenerazione e le difficoltà legate all'apertura di cantieri nel cuore della città.
A proposito di inefficienze del riscaldamento, ci è capitato di ricevere telefonate di lettori di Eco dalle Città che volevano denunciare il fatto che in alcuni condominii le temperature erano mantenute ampiamente al di sopra dei limiti consentiti dalla legge...
E' vero ed è un problema reale. Bisognerebbe pensare a un modo per snellire le procedure di denuncia ai Vigili Urbani e far applicare le sanzioni, cosa che oggi non accade.
Restando in tema di interventi urbani, c'è un'area che vorrebbe riqualificare dal punto di vista ambientale?
Ce ne sono molte. Qualche giorno fa abbiamo inaugurato in zona Alta Parella il Viale della Frutta, al fondo di via Servais, al confine fra Torino e Collegno: un bellissimo progetto di riqualificazione, che ha coinvolto i bambini di tre scuole, Kennedy, Dewey e Dante Alighieri. Dove prima c'era una specie di discarica abusiva oggi c'è un sentiero di alberi da frutta: melocotogno, ciliegio, fico, ulivo... un grande orto urbano. Un'area che vogliamo ripristinare e che ha un valore notevole anche dal punto di vista naturalistico è quella dei laghetti della Falchera, oltre ovviamente al Parco del Po, per il quale è stato avviato un censimento delle realtà economiche e associative presenti lungo il fiume. Vorrei ricordare inoltre la collaborazione in atto fra Parco del Po e Parco di Lione nell'ambito del gemellaggio fra le due città. A fine settembre abbiamo avuto un incontro a Torino con M. Gérard Collomb, il Sindaco di Lione, a cui hanno partecipato anche i direttori dei due parchi, proprio per avviare scambi e progetti comuni. Quello del Parco di Lione è un modello particolarmente interessante, anche perchè si basa su un ente pubblico di gestione con l'apporto di capitali privati: il risultato è una preziosa area naturalistica urbana che vi invito a visitare.