Efficienza vo' cercando: cosa manca all'Italia per raggiungere gli obiettivi Ue?
Con un orizzonte temporale di lungo termine e una remunerazione dell’incentivo più equilibrata, l’Italia potrà realizzare gli obiettivi concordati in sede europea. Lo sostengono le principali associazioni del settore, che si sono riunite a Bologna in occasione di un workshop
11 October, 2011
Si è svolto a Bologna, nell’ambito di SAIE 2011, “Efficienza vo’ cercando”, il workshop organizzato da AIEE, FIRE e ISES ITALIA per discutere su uno dei più importanti, rapidi ed efficaci strumenti individuati dall’Unione Europea per garantire competitività a livello globale, protezione e qualità dell’ambiente e per ridurre la dipendenza dall’estero nell’approvvigionamento di materie prime ed energia: l’efficienza energetica. Il workshop ha visto la partecipazione dei principali organismi che in Italia si occupano di efficienza energetica e uso razionale dell’energia che, dando voce ai loro esperti, hanno animato il dibattito nell’ottica di capire quali dovranno essere le misure più appropriate che l’Italia dovrà assumere per realizzare gli obiettivi concordati in sede europea e quindi trovare soluzione agli ostacoli che ancora oggi rendono incerto il quadro regolatorio.
La capacità delle imprese italiane di essere presenti nell’efficientamento energetico anche in assenza di adeguate misure di sostegno ha avuto conferma negli interventi della società Otis, che ha illustrato un sistema ascensoristico ad alta efficienza energetica, e dello Studio Moroni & Partners, attivo nell’assistere chi installa impianti fotovoltaici per renderne le prestazioni più efficienti possibili. Anche gli interventi della Tavola Rotonda hanno confermato la capacità delle imprese e degli Enti pubblici locali di realizzare progetti ad alta efficienza energetica. Dal workshop è emerso che le principali misure in atto per promuovere l’efficienza energetica al di là dei vincoli normativi sono rappresentate dai Titoli di Efficienza Energetica (TEE), che dall’avvio del meccanismo sono oggi 10 milioni, e dalla detrazione fiscale del 55%. Il problema però è che l’assenza di obiettivi di medio-lungo periodo rende incerto il quadro regolatorio e di conseguenza l’efficacia dell’incentivo: il quadro legislativo attuale, infatti, definisce obiettivi con un orizzonte temporale che arriva solo al 2012.
A questo primo ordine di criticità, se ne vanno ad aggiungere altre. Innanzi tutto, l’insufficienza dei Certificati Bianchi finora disponibili rispetto agli obiettivi da conseguire nel 2011, messa in evidenza dal recente rapporto intermedio dell’Autorità. Poi il mercato corto (insufficienza di offerta e di diversificazione tecnologica), dovuto principalmente alla modesta remunerazione dell’incentivo per gli interventi più “robusti” (mentre quelli più “leggeri” e più “facili” stanno saturando il mercato potenziale) e una procedura per il rilascio dei TEE sbilanciata verso progetti standardizzati con scarsità di schede per il settore industriale e terziario e con oneri amministrativi eccessivi; l’insufficienza di schede standardizzate e analitiche specie nel settore industriale e terziario, infatti, e l’insostenibilità economica dei progetti a consuntivo (il risparmio specifico unitario riconosciuto è esiguo) rappresentano un ostacolo alla fruizione del meccanismo.
Cosa occorre fare per uscire da questa situazione? Per il Presidente di ISES ITALIA, G.B. Zorzoli, vanno create le condizioni per la crescita di interventi a consuntivo, attraverso una loro maggiore rimunerazione, favorendo interventi integrati o comunque “strutturali”, più costosi, al momento non convenienti con i livelli attuali di riconoscimenti economici, come richiesto dall’art 29 del DLgs 28/2011. Inoltre, occorre ridurre i termini previsti per la certificazione dei risparmi al fine di consentire il contenimento degli oneri amministrativi e finanziari. Va poi verificata l’esistenza e la rimozione dei vincoli normativi, regolatori e amministrativi, che siano di ostacolo all’attivazione degli interventi rivolti alla produzione di TEE e definite al più presto le modalità di gestione e contabilizzazione dei TEE associati alla cogenerazione, ai sensi del Decreto del 5 settembre 2011 (in questo il MSE deve provvedere con immediatezza a fissare le regole di contabilizzazione dei TEE ritirati). Infine, è urgente definire gli obiettivi per gli anni successivi al 2012 coerenti con il Piano d’Azione italiano per l’Efficienza Energetica e con le effettive potenzialità del settore.